Il governo Meloni ha presentato la legge di bilancio, che parte da un disavanzo di 14 miliardi di euro e avrà un peso di 20-25 miliardi di euro, 13 miliardi meno rispetto alla precedente. La legge prevede il taglio del cuneo fiscale e la riduzione dell’Irpef, insieme a un pacchetto famiglia che include incentivi per la natalità e la proroga di Quota 103 e Opzione Donna. Non sono ancora certi l’aumento delle pensioni minime a 700 euro e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Tuttavia, è stato dato il via libera al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, iniziando dal settore sanitario. Si sta anche valutando la possibilità di ridurre le tasse sugli straordinari e introdurre una flat tax sulle tredicesime, sebbene ciò richiederebbe 2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le risorse economiche, il governo conta sulle tasse sugli extraprofitti delle banche, che potrebbero portare qualche miliardo di euro. Inoltre, è stato approvato un decreto legge per prorogare lo smart working per i dipendenti pubblici “fragili” fino alla fine del 2023. Per quanto riguarda la natalità, sono previsti aiuti per le famiglie con almeno 3 figli, bonus per il secondo figlio e agevolazioni per le mamme lavoratrici, che complessivamente richiederebbero circa 1,5 miliardi di euro. Si stanno anche valutando misure di sostegno alle imprese, come il rifinanziamento della Nuova Sabatini, un bonus per l’autotrasporto e una riforma del fondo di garanzia per le PMI.
Il governo dovrà presentare il Documento programmatico di bilancio entro il 15 ottobre e la legge di bilancio entro il 20 ottobre. La ricerca di risorse finanziarie è già iniziata e si sta considerando una serie di opzioni, tra cui il riordino delle agevolazioni fiscali e un rafforzamento della spending review. Tuttavia, non è probabile che le privatizzazioni possano coprire il debito. Ci sono anche incertezze su operazioni come il minicondono edilizio e la voluntary disclosure sui capitali detenuti all’estero.
Inoltre, sono state circolate voci sulla possibile cessione della quota di Monte dei Paschi di Siena detenuta dal MEF. Il Ministro dell’Economia Giorgetti ha chiarito che spetta a lui decidere se e quando avviare le privatizzazioni e ha sottolineato che Monte dei Paschi è una banca solida.