Una serie di oligarchi russi, precedentemente insigniti di onorificenze dalla Repubblica Italiana, sono ora al centro delle sanzioni internazionali. Questi individui, alcuni dei quali legati al Cremlino e alle sue attività propagandistiche, hanno visto la loro posizione compromessa dall’escalation delle tensioni internazionali.
Negli anni 2018-2022, più di una ventina di personalità russe, principalmente imprenditori, hanno ricevuto onorificenze dall’Italia. Queste includono la Stella d’Italia, conferita dal Presidente della Repubblica a individui stranieri che si sono distinti nel promuovere l’amicizia e la collaborazione con l’Italia. Tra le categorie di onorificenze ci sono Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere.
Alcuni dei destinatari di queste onorificenze sono oligarchi vicini a Vladimir Putin, molti dei quali ora sono soggetti a sanzioni internazionali emesse da vari paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e Ucraina. Questi individui, lontani dall’essere figure marginali, sono attivamente coinvolti nella macchina propagandistica del Cremlino e hanno un ruolo significativo nell’invasione russa dell’Ucraina.
Tra gli oligarchi coinvolti, ci sono figure di spicco come Alexander Abramov, Anatoly Sedykh e Igor Maksimtsev. Abramov è coinvolto nel settore siderurgico e ha interessi economici legati alla fornitura di acciaio alla Russia, mentre Sedykh è proprietario di un’azienda metallurgica che fornisce Gazprom. Maksimtsev, a sua volta, fa parte del consiglio di Gazprom.
Roman Trotsenko, proprietario di uno scalo aeroportuale in Italia, e Oleg Tinkov, investitore e proprietario di varie imprese, sono altri oligarchi coinvolti. Tuttavia, mentre Trotsenko è riuscito finora a evitare le sanzioni, Tinkov ha perso i suoi asset dopo aver criticato pubblicamente l’aggressione russa in Ucraina.
La lista degli oligarchi russi ancora in possesso di onorificenze italiane è lunga e include figure come Sergey Galitski, Valery Kazikaev e molti altri, tutti ora sotto l’ombra delle sanzioni internazionali.
This website uses cookies.