Nuova legge contro la violenza sulle donne: un quadro completo di protezione
La lotta contro la violenza sulle donne in Italia ha fatto un passo avanti significativo con l’approvazione unanime della nuova legge da parte del Senato. Questa legge completa il quadro normativo e giuridico per contrastare la violenza di genere, che è stato progressivamente ampliato negli ultimi dieci anni. Dal 2013, quando l’Italia ha ratificato la Convenzione di Istanbul, sono stati introdotti otto interventi legislativi per proteggere le donne. Tra questi, il decreto anti-femminicidio, il Codice rosso e le riforme Cartabia del processo penale e civile. Ora, con questa nuova legge, il quadro normativo sembra essere completo.
Nonostante questi sforzi, purtroppo, il numero di vittime di femminicidio continua ad aumentare. Tuttavia, il dossier “In difesa delle donne”, realizzato dall’Ufficio valutazione impatto del Senato, mostra che l’intero sistema giuridico si è orientato verso la protezione delle vittime di violenza. È come se un filo rosso si fosse srotolato lungo le ultime tre legislature, dimostrando la continuità degli sforzi del governo in questo ambito. Il governo di Giorgia Meloni ha lavorato in perfetta continuità con i precedenti governi, come dimostra il decreto firmato dai ministri Eugenia Roccella, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Questo decreto ha raccolto e valorizzato il lavoro svolto dalle ministre del governo Draghi, che non era stato completato a causa della fine anticipata della legislatura.
La nuova legge prevede una serie di interventi per prevenire la violenza e migliorare il processo penale. In primo luogo, vengono rafforzate e estese le misure di ammonimento del questore per i reati spia, come lo stalking, la violazione di domicilio e la violenza sessuale. Inoltre, vengono applicate le misure del Codice antimafia anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne. Questi indiziati saranno soggetti al divieto di avvicinarsi alle vittime e all’obbligo di mantenere una distanza di almeno 500 metri dai luoghi frequentati dalle vittime. Sarà inoltre possibile utilizzare il braccialetto elettronico per monitorare i loro movimenti. Inoltre, la legge prevede una serie di interventi per velocizzare i procedimenti e garantire la priorità ai casi di violenza contro le donne.
La legge riconosce anche l’importanza della formazione per gli operatori che entrano in contatto con le vittime di violenza. Sarà compito del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio permanente istituito alle Pari opportunità supportare la ministra Roccella nella definizione di linee guida nazionali. Questo comitato è composto da esperti nel campo, come la giudice Paola Di Nicola e la ginecologa Alessandra Kustermann.
Tuttavia, come sottolineato dal Guardasigilli Nordio, è necessario fare di più per prevenire la violenza. La legge non prevede risorse specifiche per la prevenzione e le iniziative sono ancora frammentate. È necessario investire nella prevenzione della violenza, insieme alla protezione e alla punizione, come previsto dalla Convenzione di Istanbul. Iniziative come il vademecum sui segnali d’allarme nelle scuole e nei luoghi di lavoro e il piano “educare alle relazioni” del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sono passi nella giusta direzione. Tuttavia, è necessario un impegno più ampio per affrontare questo problema e proteggere le donne dalla violenza.