Nell’ambito di un’iniziativa che coniuga la salvaguardia ambientale e la valorizzazione delle risorse locali, le imprese agricole e forestali di Arezzo, attraverso il consorzio ‘Sentinelle dell’Arno’, hanno compiuto un’operazione di recupero notevole, raccogliendo 600 quintali di legna dal fiume Arno in solo due mesi. Questa attività non solo contribuisce a mantenere il fiume pulito, ma ha anche ripercussioni positive sulla sicurezza idraulica del territorio e sul sostentamento economico degli agricoltori locali.
Il recupero del legname e i benefici ambientali
L’operazione di raccolta ha interessato il tratto dell’Arno che si estende per circa 45 chilometri, partendo dalla sorgente sul Monte Falterona fino al Canale Maestro della Chiana. I materiali recuperati includono rami e tronchi che, a causa di eventi climatici avversi, si sono accumulati sia sulle sponde sia nell’alveo del fiume. Secondo le dichiarazioni del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, questa pulizia rappresenta un intervento fondamentale per garantire un regolare deflusso delle acque, prevenendo la formazione di ostacoli potenzialmente dannosi per l’integrità delle opere idrauliche esistenti.
L’operazione di pulizia del fiume è considerata “preziosa” poiché non solo rimuove materiali in eccesso, ma contribuisce a evitare situazioni di pericolo in caso di nuove piene. L’accumulo di legname e detriti può infatti compromettere il normale scorrimento delle acque, aumentando il rischio di esondazioni e alluvioni nei periodi di pioggia intensa. Rimuovere queste ostruzioni è quindi essenziale per migliorare la sicurezza idraulica della regione.
Trasformazione e utilizzo del legname
Una parte significativa del legname recuperato è stata avviata a un processo di ‘cippato’, una tecnica che consente di trasformare i tronchi in materiale idoneo per la produzione di energia rinnovabile. In particolare, il cippato ottenuto dalle piante raccolte alimenterà il sistema di teleriscaldamento di una scuola situata nella regione del Casentino. Questa iniziativa non solo fornisce risorse energetiche sostenibili, ma crea anche un legame diretto tra il territorio e il suo utilizzo, promuovendo un approccio ecologico alla gestione delle risorse.
Questa strategia di valorizzazione del legname non è solo un modo per ottimizzare gli scarti provenienti dal fiume, ma rappresenta anche un passo verso la maggiore sostenibilità del sistema energetico locale. Ridurre il consumo di combustibili fossili utilizzando fonti di energia rinnovabili quali il cippato contribuisce a un abbattimento delle emissioni inquinanti e a un miglioramento della qualità dell’aria.
Obiettivi del progetto e sostenibilità
Il progetto, orchestrato dal Consorzio agricolo forestale Contea che riunisce le varie aziende partecipanti, è stato finanziato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali . Tra gli obiettivi principali spiccano il miglioramento della sicurezza del territorio, la formazione di nuovi operatori professionali e l’integrazione al reddito degli agricoltori locali.
L’idea alla base del progetto è scaturita da una necessità concreta: dopo le recenti piene dell’Arno, il Consorzio di Bonifica ha infatti osservato un aumento sostanziale di piante sradicate o comunque devolute nei corsi d’acqua minori affluenti. Pertanto, il recupero del legname non rappresenta solo un intervento di pulizia, ma si inserisce in un più ampio programma di manutenzione e tutela dell’ambiente fluviale.
Questa iniziativa si propone di coinvolgere attivamente gli agricoltori, offrendo loro un’opportunità non solo per contribuire al benessere del proprio territorio, ma anche per diversificare le proprie fonti di reddito attraverso attività sostenibili. L’aspetto formativo del programma aiuterà a diffondere competenze specifiche nel settore, garantendo così un futuro professionale più solido per i partecipanti.