Quando la popolazione di un animale a rischio estinzione aumenta, come sta accadendo per la lontra in Italia, è sempre una notizia fantastica. Questo successo dimostra che c’è ancora speranza per la conservazione della natura, soprattutto se continuiamo a crescere in consapevolezza e a modificare i nostri comportamenti verso l’ambiente.
Oggi le lontre in Italia sono circa un migliaio, un numero in aumento rispetto agli anni ’80, quando se ne contavano appena un centinaio. Questo dato proviene dal Progetto Lontra, finanziato dal WWF Italia in collaborazione con l’Università del Molise. Coordinata dalla professoressa Anna Loy, una delle massime esperte mondiali, questa ricerca evidenzia come la lontra stia tornando a essere la “regina dei fiumi” in Europa, predatrice al vertice dell’ecosistema fluviale.
La lontra è un mammifero carnivoro lungo circa 120 centimetri, coda compresa. Ha un corpo allungato, coperto da una fitta pelliccia scura, zampe palmate per il nuoto, piccole orecchie e narici che si chiudono sott’acqua. Vive solitaria, tranne nei periodi di riproduzione, ed è molto affezionata al suo territorio, costituito da tratti di fiume e zone limitrofe.
Tra le aree dove la lontra è tornata dopo decenni di assenza ci sono l’arco alpino, con regioni come Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Liguria. La lontra è stata avvistata anche nel centro Italia, in Lazio, Marche e Toscana, mentre ancora non ci sono segnalazioni in Piemonte, Umbria ed Emilia-Romagna. Fortunatamente, nelle regioni del sud Italia non è mai scomparsa.
Nel corso degli anni, la lontra ha affrontato numerose minacce. Nel Novecento, è stata cacciata per la sua preziosa pelliccia. Successivamente, l’inquinamento dei fiumi con sostanze tossiche provenienti da agricoltura, industrie e scarichi urbani ha avvelenato le sue prede, principalmente pesci come cavedani e anguille, mettendo a rischio la sua sopravvivenza. La distruzione degli ambienti fluviali per la raccolta di materiali edilizi ha ulteriormente compromesso il suo habitat. Secondo il WWF, oltre il 40% dei fiumi italiani non presenta ancora un buon stato ecologico secondo i parametri della Direttiva Europea sulle Acque.
L’incremento della popolazione delle lontre in Italia è un segnale positivo, ma il numero di individui è ancora al di sotto del limite vitale minimo di 4.000-5.000 esemplari. Al nord, l’aumento può essere attribuito agli sconfinamenti di alcuni esemplari dai paesi confinanti come Austria, Slovenia e Francia. Al centro, si ipotizza una naturale espansione dai bacini in Campania e Abruzzo. È interessante notare che le lontre, oltre ai fiumi, possono spostarsi utilizzando il mare, con crescenti avvistamenti nei porti e vicino alle spiagge.
Noi possiamo fare molto per la conservazione delle lontre. In qualsiasi habitat naturale, è fondamentale limitare le nostre impronte, evitando di lasciare rifiuti e mantenendo il silenzio. Le lontre sono attive di notte, ma nelle aree protette dove sono osservate di giorno, come l’Oasi di Serre Persano sul fiume Sele, è cruciale non disturbarle. Se portiamo il cane in queste aree, è importante tenerlo al guinzaglio per la sicurezza di entrambi. Inoltre, se incontriamo una lontra, dobbiamo ricordare che sono animali predatori e non cercare di avvicinarle con del cibo.
L’aumento delle lontre in Italia rappresenta una speranza per la conservazione della natura. È un segnale che, con maggiore consapevolezza e comportamenti responsabili, possiamo contribuire alla protezione di questa e di altre specie a rischio. Continuare a monitorare e proteggere gli habitat naturali è essenziale per garantire un futuro a questi straordinari animali.
This website uses cookies.