“Lasciateci perdere: il memoir di Salvatores svela dettagli intimi e fatti sorprendenti sulla vita del celebre regista italiano”

Un’autobiografia sincera e appassionata

“Lasciateci perdere” è il titolo dell’autobiografia di Gabriele Salvatores, scritta insieme alla giornalista Paola Jacobbi. In questo libro, il regista italiano riflette sull’arte e sulla sua vita, offrendo un viaggio nella sua memoria ricco di episodi e sincerità. Con coraggio, Salvatores si descrive come una persona che detesta le mattine perché i suoi demoni si svegliano all’alba. Al contrario, la sera è il momento migliore per lui, il tempo della quiete. In modo scherzoso, confessa di prediligere il calare del buio, tanto da chiedersi se discenda da un antenato vampiro.

Retroscena dai set e pensieri sulla cultura della cancellazione

Nel libro, Gabriele Salvatores condivide retroscena dai set dei suoi film e riflette su temi importanti come la cultura della cancellazione. Secondo il regista, non si può giudicare un’opera d’arte sulla base della vita privata di chi l’ha realizzata. Inoltre, Salvatores si sofferma sulla competizione nel cinema italiano, definendola uno dei grandi problemi del settore. Ammette che, nonostante le apparenze, ognuno corre per sé e per la sua “conventicola”. In un capitolo intitolato “Quale allegria”, il regista confessa di non essere in sintonia né con le feste né con Roma, città che gli incuteva paura.

Festival e premi: una visione critica

Gabriele Salvatores esprime anche la sua visione critica sui festival cinematografici e sui premi. Li definisce “una bolla fuori dal mondo” e non è un grande amante di tutto il clamore che li circonda. Non è interessato alle competizioni e non ha mai avuto il mito di Hollywood o della statuetta d’oro. Tuttavia, il regista ricorda un momento speciale durante la notte degli Academy Award. Mentre era in bagno, incontrò il regista Zhang Yimou, che stava piangendo. Salvatores, vincitore con il film “Mediterraneo”, si avvicinò a Yimou e gli fece i complimenti per il suo film “Lanterne Rosse”. Nonostante la barriera linguistica, i due registi si compresero a vicenda e condivisero un momento di autentica emozione.

Un appassionato di cinema e letteratura

Gabriele Salvatores, cineasta e cinefilo, condivide nel libro alcune delle sue pellicole preferite, tra cui “Lo spaventapasseri”, “Fragole e sangue”, “Easy Rider”, “Cinque pezzi facili”, “Il laureato” e “Lawrence d’Arabia”. Oltre al cinema, il regista parla anche dei romanzi che lo hanno colpito, come il fantascientifico “Il cromosoma Calcutta” di Amitav Ghosh. Infine, Salvatores accenna al suo prossimo film, “Napoli-New York”, tratto da un soggetto inedito scritto da Federico Fellini e Tullio Pinelli negli anni ’40. La trama si concentra sul viaggio verso l’America di due bambini napoletani.

In conclusione, “Lasciateci perdere” è un libro che offre uno sguardo intimo e appassionato sulla vita e l’arte di Gabriele Salvatores. Attraverso le sue parole, il regista italiano ci invita a riflettere sulla cultura cinematografica e sulla complessità dell’essere umano dietro le opere d’arte.

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