Nei dibattiti sul mondo dei videogiochi, non è raro imbattersi in frasi come “sono il male”. Tuttavia, ci sono storie che dimostrano quanto un videogioco possa invece diventare una fonte di salvezza e connessione. Un esempio emblematico è quello di Mats, un giovane norvegese affetto da distrofia muscolare di Duchenne, che ha trovato nel gioco ‘World of Warcraft‘ un incredibile supporto sociale. Grazie al suo avatar, Ibelin, Mats è riuscito a creare una comunità virtuale che lo ha aiutato a sentirsi parte del mondo, stabilendo relazioni significative e autentiche. La sua storia è raccontata nel documentario di Benjamin Ree, intitolato ‘La straordinaria vita di Ibelin‘, che è attualmente in competizione per una nomination agli Oscar nella categoria Miglior documentario.
La vita di Mats è stata caratterizzata da una solitudine acuta, non avendo potuto esperire alcune delle esperienze tipiche dell’adolescenza, come le prime cotte o le marachelle con gli amici. Questo isolamento sociale è stato in parte alleviato attraverso il suo alter ego digitale, Ibelin. Nelle terre virtuali di ‘World of Warcraft‘, Mats ha potuto vivere avventure, stringere amicizie e anche sviluppare relazioni romantiche senza il peso della sua condizione fisica. Qui, il giovane ha potuto esplorare la sua identità e trovare un senso di appartenenza che nella vita reale gli era spesso sfuggito. Il gioco non è solo un passatempo per lui; è stato una vera e propria dimensione in cui poter esprimere la propria personalità e incontrare altri, mentre nella vita quotidiana si sentiva “disconnesso”.
Il regista Benjamin Ree, nel suo documentario, sottolinea l’importanza di narrare storie autentiche, quelle di persone comuni che vivono esperienze straordinarie. Mats, attraverso il suo viaggio in ‘World of Warcraft‘, rappresenta un esempio perfetto di come i videogiochi possano svolgere un ruolo positivo nell’inclusione e nella socializzazione. Ree mira a far capire al pubblico che il mondo digitale è più accessibile di quanto si possa pensare, anche per chi non ha mai giocato, e che le barriere tra generazioni possono essere abbattute.
‘La straordinaria vita di Ibelin‘ si arricchisce di animazioni, interviste e conversazioni tra Mats e i suoi amici di gioco. La combinazione di questi elementi rende il racconto avvincente e toccatante. Il documentario non si limita a glorificare il mondo dei videogiochi; piuttosto, Ree riconosce anche gli aspetti negativi legati a questo universo. Tuttavia, mette in evidenza come la dimensione virtuale possa essere un rifugio sicuro in cui le persone vengono giudicate non in base al loro aspetto fisico, ma per le loro interazioni e il loro valore umano.
Mats stesso scrive nel suo blog che la realtà virtuale non è solo uno schermo, ma una porta aperta su infinite possibilità, un concetto che riassume perfettamente il potere di inclusione dei videogiochi. Nonostante la sua malattia, il videogioco ha permesso a Mats di giocare un ruolo attivo nella sua vita e di aiutare altri. Infatti, il documentario racconta episodi in cui Ibelin è stato un faro di speranza per diversi giocatori, alcuni dei quali hanno lottato con problemi di salute mentale o difficoltà relazionali.
Il regista ha avuto modo di sperimentare la portata emotiva del documento, ricevendo feedback toccanti dal pubblico, in particolare da ragazzi adolescenti che hanno visto rispecchiati i loro sentimenti nelle esperienze di Mats. Una storia in particolare rimarrà impressa nella sua memoria: un giovane, commosso fino alle lacrime, ha confessato di non avere amici nella vita reale, ma solo nel videogioco. Questa testimonianza ha reso evidente l’importanza del film, non solo come celebrazione di un videogioco, ma anche come mezzo per facilitare una migliore comprensione tra chi gioca e chi non gioca.
Mats, o Ibelin, ha lasciato un’eredità significativa. La sua attenzione all’ascolto e la cura nei confronti degli altri, manifestata nella sua consuetudine di chiedere “come stai?”, rappresentano un modello per tutti. Benjamin Ree ha appreso molto da questa esperienza e si propone di portare un po’ di quella gentilezza nelle sue relazioni quotidiane, un gesto che nella nostra società contemporanea ha un valore immenso. La storia di Mats continua così a vivere, testimoniando il potere dei videogiochi di unire e di rendere le vite delle persone più ricche e significative.