La storia di Riccardo Gaucci: dal potere calcistico all’alzheimer del padre

Riccardo Gaucci, ex braccio destro del padre Luciano e oggi presidente dell’Assisi Calcio, rivela una vita ricca di emozioni e sfide. Il suo percorso si intreccia con il mondo del calcio, le difficoltà familiari e la memoria di un passato controverso legato al regime di Gheddafi. Una narrazione che mette in luce non solo il suo amore per il pallone, ma anche le complesse relazioni familiari e le esperienze vissute.

Il presente calcistico di Riccardo Gaucci

A 48 anni, Riccardo Gaucci ha lasciato alle spalle i riflettori del calcio professionistico. Ora guida l’Assisi Calcio, una realtà che ha saputo far crescere rapidamente, raggiungendo la Prima Categoria umbra dopo la promozione dalla Seconda. “Abbiamo l’ambizione di salire ancora”, afferma Riccardo, sottolineando la volontà di non porsi limiti e di sognare in grande, proprio come insegnava il padre. Dopo una carriera segnata da esperienze intense e momenti difficili, la sua passione per il calcio rimane intatta. A differenza di un tempo, quando era al fianco del padre nella gestione di club blasonati come Perugia e Catania, oggi si dedica anima e corpo a questa nuova avventura sportiva, affiancato da un gruppo di amici con cui condivide sogni e progetti.

Questa nuova impostazione non è solo un modo per tornare alle origini, ma rappresenta anche un desiderio di riscatto dopo anni di polemiche e difficoltà legate al passato familiare. Le aspirazioni calcistiche si intrecciano con la voglia di costruire qualcosa di duraturo e significativo, dimostrando che l’amore per lo sport può vincere anche sulle avversità. Riccardo manifesta un ottimismo genuino nei riguardi del futuro della squadra, mirando a traguardi sempre più ambiziosi.

I rapporti personali e la difficile eredità familiare

La vita di Riccardo non è stata esente da traumi e difficoltà, in particolare a causa della figura paterna. “L’ho perdonato”, afferma, parlando del padre e delle conseguenze delle sue azioni. Dopo aver passato un decennio senza comunicare, il rapporto ha ripreso a ricostruirsi, sebbene il tempo non abbia cancellato le ferite. Un’esperienza traumatica che ha segnato profondamente la sua esistenza è stata l’arresto insieme al fratello per le problematiche giudiziarie legate all’attività del padre.

Riccardo ricorda quei giorni in carcere come un brutto sogno. “Eravamo all’oscuro di tutto”, racconta, descrivendo come l’ottusità del genitore avesse avuto ripercussioni sulla loro vita. La gestione delle finanze dell’attività familiare ha portato a un fallimento repentino, con l’inevitabile conseguenza di trovarsi coinvolti in un dramma giuridico che ha lasciato segni in tutti loro. Le sue visite al padre nella Repubblica Dominicana, dove quest’ultimo ha vissuto fino alla morte nel 2020, sono state contrassegnate dall’amarezza di non essere riconosciuto a causa della sua malattia.

Ricordi calcistici e personaggi iconici del passato

Riflettendo sul passato calcistico, Riccardo parla con affetto di giocatori come Hidetoshi Nakata e Saadi Gheddafi, figure che nonostante le loro carriere siano state brevi, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del club. La presenza di Gheddafi era controversa, legata a una figura familiare ben nota e a un contesto politico e sociale complesso. Riccardo esprime empatia nei confronti di Saadi, ricordandolo come un “bravo ragazzo” e sottolineando le sofferenze patite durante la sua detenzione.

Si sofferma su come la cessione di Nakata alla Roma, seguita dall’enorme interesse del mercato giapponese per il Perugia, abbia rappresentato un momento chiave per il club. Parla di sogni di grandezza e ambizioni da realizzare, sottolineando come il calcio offra spunti per riflessioni oltre il mero aspetto sportivo. Riccardo sa che il suo legame col passato è intrinsecamente connesso alla figura paterna e agli eventi che hanno segnato le traiettorie delle loro vite, trasformando un’epoca di gloria in una narrativa di sfide e superamenti.

Un futuro focalizzato sulla crescita e sull’amore per il calcio

Oggi, Riccardo Gaucci è determinato a costruire il proprio destino calcistico, sfruttando le esperienze del passato come insegnamenti per il futuro. L’Assisi Calcio rappresenta per lui non solo un progetto sportivo, ma anche un modo per onorare una tradizione che si è intrecciata con il dolore e la resilienza. Con l’obiettivo di far crescere la squadra e portarla a traguardi sempre più ambiziosi, sta cercando di ricostruire un’identità, sia personale che calcistica, che lo distingua dal pesante retaggio di famiglia. Nel suo cuore, una fiamma di passione per il calcio continua a brillare, un simbolo di speranza e rinnovamento per sé e per la squadra.