La situazione attuale del settore dei giochi in Italia: analisi della ripresa post-pandemia

Il settore dei giochi in Italia sta affrontando una fase di lenta ripresa dopo il forte impatto subito durante il biennio pandemico 2020-2021. Un recente studio condotto dalla Cgia di Mestre, presentato a Roma insieme all’associazione As.tro, ha messo in luce la situazione del comparto, evidenziando sia le difficoltà che gli aspetti positivi. Analizzando dati sui lavoratori, le imprese e i redditi generati, è possibile delineare un quadro complesso che coinvolge vari aspetti economici e sociali, nonché un confronto tra gioco lecito e illegale.

Analisi del mercato del gioco in Italia

L’indagine della Cgia di Mestre rivela che il settore dei giochi sta cercando di rimanere a galla in un contesto di continua evoluzione. Rispetto al 2019, il numero di lavoratori nel settore è diminuito di 7.578 unità, portando così a un calo netto nel comparto degli apparecchi da gioco, tra cui AWP e videolottery. Attualmente, nel 2023, si stima che nel settore ci siano circa 44.000 occupati, un valore comunque significativo, pur essendo inferiore rispetto agli standard pre-pandemia.

Non è solo il numero di occupati a dimostrarsi in calo, ma anche quello delle imprese operanti in questo ambito. Le imprese della filiera AWP/VLT, che nel 2023 ammontano a 51.612, hanno subito una contrazione superiore al 14% rispetto a prima della pandemia. Questo scenario di difficoltà è emblematico delle ripercussioni che la crisi sanitaria ha avuto sull’operatività delle aziende, i margini di guadagno e le dinamiche occupazionali del settore.

Raccolta e gettito erariale: uno sguardo ai numeri

Un altro aspetto fondamentale emerso dallo studio riguarda la raccolta complessiva delle AWP e VLT. Nel 2023, questi giochi hanno generato una raccolta di 33,7 miliardi di euro, ancora lontana dai livelli pre-pandemia. Infatti, manca all’appello un recupero di 12,7 miliardi rispetto al 2019, e rispetto al 2022 si è registrato un ulteriore calo di 8 milioni di euro. Queste cifre pongono il settore su una traiettoria di stagnazione, con una diminuzione di oltre il 27% rispetto al 2019.

Notoriamente, il comparto delle AWP ha mostrato risultati ancora più deludenti, con una diminuzione della raccolta del 2,6% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, è interessante notare un incremento nella raccolta delle VLT, che ha visto un aumento del 2,7% rispetto al 2022, arrivando a 16,7 miliardi di euro, sebbene questa crescita non basti a mitigare i danni subiti negli anni precedenti.

Il confronto tra il settore delle AWP/VLT e altre forme di gioco lecito in Italia denota una disparità significativa: mentre il primo continua a faticare, il secondo ha mostrato una ripresa robusta, mostrando una crescita di oltre un terzo rispetto ai livelli pre-pandemia.

Contributo fiscale e sostenibilità economica del settore

Dal punto di vista fiscale, il contributo delle AWP e VLT si rivela ancora cruciale per la finanza pubblica. Il gettito erariale deriva comunque da un’importante raccolta fiscale di 5,5 miliardi di euro, corrispondente a oltre il 47% del totale raccolto dal settore del gioco lecito. A questa cifra si aggiungono altre forme di contribuzione, per un totale che supera i 6 miliardi di euro. Questo aspetto è fondamentale, considerando le pressioni fiscali e la necessità di mantenere un equilibrio tra operatività del settore e contribuzione ai servizi pubblici.

La ripresa del gioco online, in particolare, ha mostrato segnali positivi, con un incremento della spesa del 13% nel 2023. Attualmente, i concessionari attivi in questo campo ammontano a 81, di cui 54 italiani, e questa crescita ha portato alla creazione di migliaia di posti di lavoro. Tuttavia, le nuove normative introducono sfide e limitazioni per il quarantuno del gioco online, inclusi vincoli economici per il rinnovo delle concessioni.

Il confronto tra gioco legale e illegale

Un dato fondamentale rimane il confronto tra il gioco legale e quello illegale. L’analisi ha indicato che la raccolta del gioco illegale si attesta tra i 20 e i 25 miliardi di euro, cifre che vanno ben oltre il gettito del gioco legale. Sebbene non ci siano dati esatti, è chiaro che il gioco illegale rappresenta un’importante sfida per il settore. Esso non solo sfugge all’imposizione fiscale, ma non garantisce neanche tutela e sicurezza per i giocatori.

Inoltre, le politiche locali hanno giocato un ruolo significativo nel tentativo di contenere il gioco lecito attraverso regolamenti più severi, come il “distanziometro” e le restrizioni orarie. Queste misure, sebbene mirate a ridurre la disponibilità del gioco, hanno avuto effetti diversi a seconda della severità delle normative locali adottate, contribuendo ulteriormente a creare un contesto complesso per gli operatori del settore.

Mentre il settore del gioco affronta significative sfide economiche e normative, emerge la necessità di strategie equilibrate che possano garantire una continua evoluzione del gioco lecito in Italia, puntando su trasparenza e sostenibilità nel lungo termine.

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