L’evento organizzato in piazza Duomo a Milano per promuovere la donazione del sangue si è trasformato in un campo di battaglia verbale tra il rapper Fedez e l’assessore lombardo Romano La Russa.
I dissapori sono emersi sull’organizzazione stessa dell’evento, diventando il fulcro della disputa tra i due. Fedez ha accusato pubblicamente La Russa e l’assessore regionale Elena Lucchini di essere degli “imbucati” nell’iniziativa. Il rapper, uscito dall’ospedale l’6 ottobre dopo otto giorni di ricovero per emorragie legate a ulcere intestinali, aveva precedentemente ringraziato i donatori di sangue, evidenziando il loro ruolo fondamentale nella sua guarigione e decidendo di dedicarsi attivamente all’Avis.
Durante il discorso di La Russa, Fedez ha deciso di abbandonare la zona riservata ai discorsi istituzionali per dirigere la sua attenzione all’unità mobile per la donazione di sangue. In risposta, ha dichiarato: “Non è un caso se mi sono allontanato in quel momento perché questa cosa l’abbiamo organizzata con la Fondazione Fedez, con Avis e il Comune di Milano. Io il signor La Russa non l’ho mai visto coinvolto e nemmeno la signora Lucchini”.
La reazione di La Russa non si è fatta attendere, definendo Fedez “un omuncolo”. Un termine dai toni forti che ha amplificato la tensione tra i due protagonisti di questa inusuale polemica.
Fedez, uscito recentemente da un periodo di difficoltà legate alla sua salute, si era proposto come volto dell’iniziativa “Dona il sangue, salva la vita”. L’obiettivo era trasformare piazza Duomo in un “villaggio del donatore” per sensibilizzare soprattutto i giovani sull’importanza della donazione del sangue.
In questa inaspettata diatriba tra il mondo della musica e la politica locale, emerge la complessità di organizzare eventi di rilevanza sociale, con la salute e la solidarietà al centro della discussione.
La pasta alla norma, un piatto tradizionale dal sapore povero, ha improvvisamente guadagnato l’attenzione di La Russa. In un tweet del 25 agosto 2023 alle 17:53, l’ex politico si chiede quanto costi ora un kg di pasta, olio (preferibilmente con ignoti oli europei), ricotta salata, e le melanzane al chilo. Uno spunto curioso che ha scatenato una serie di reazioni.
In un altro tweet, sempre dello stesso giorno, si pone l’attenzione sulla differenza tra il titolo di una notizia e l’uscita di La Russa. L’utente sostiene che siano due cose diverse, un commento e una notizia, e che dovrebbero trovar spazio in sezioni diverse del giornale. Una riflessione su come la lettura e la comprensione delle informazioni stiano cambiando.
Un altro utente invita ironicamente La Russa a fare una verifica dei prezzi al mercato rionale, sfidandolo a guardare quanto costano pomodori, limoni, peperoni, evidenziando le difficoltà economiche per chi non può spendere troppo.
Un tweet paragona la carta dedicata a La Russa alla pasta alla norma, sostenendo che una persona potrebbe mangiare un piatto al giorno per circa un anno con una simile quantità di pasta. Un modo sarcastico di esprimere insoddisfazione nei confronti dell’ex politico.
Un utente, senza mezzi termini, sottolinea che non sono i piatti a essere poveri, ma le persone. Una critica diretta a La Russa e al suo commento sulla pasta alla norma.
Un tweet invita tutti a recarsi nella masseria di Ignazio La Russa per farsi regalare olio, pasta, ricotta stagionata e melanzane, commentando ironicamente sulla presunta generosità del politico.
In un contesto dove il sociale si mischia con la politica e la cucina, Twitter si fa eco di riflessioni ironiche, critiche e analisi della situazione, creando una discussione online che va oltre il semplice commento di La Russa sulla pasta alla norma.