La ricerca ininterrotta di Francesca Dall’Oglio: la verità su padre Paolo rapito in Siria

Francesca Dall’Oglio continua la sua instancabile ricerca di verità e giustizia per il fratello, padre Paolo, scomparso in Siria nel 2013, simbolo delle violazioni dei diritti umani nel conflitto.
La ricerca ininterrotta di Francesca Dall'Oglio: la verità su padre Paolo rapito in Siria - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

La situazione in Siria continua a destare preoccupazione e angoscia, specialmente per le famiglie delle vittime e dei prigionieri politici. In particolare, il caso di padre Paolo Dall’Oglio, gesuita romano rapito nel 2013, rappresenta un paradigma doloroso di un conflitto che ha stravolto intere comunità. La sorella Francesca non si è mai arresa e continua a cercare risposte. La sua lotta non è solo per la verità sul fratello, ma si estende alla giustizia per tutte le persone scomparse in un contesto di violenza e repressione.

La testimonianza di Francesca Dall’Oglio

Francesca Dall’Oglio racconta con passione e determinazione la sua incessante ricerca di notizie su padre Paolo, scomparso il 29 luglio 2013 a Raqqa. In un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos, lancia un appello a mantenere viva l’attenzione su questa tragica vicenda. “Ho contatti sul posto”, afferma, sottolineando che ben conosce le famiglie delle vittime e dei prigionieri politici, un numero enorme di persone che risultano ancora scomparse. Negli ultimi due anni, ha ricevuto informazioni da un’associazione di avvocati siriani che le ha fornito notizie tutte da verificare. Tra queste, recenti voci indicano che Paolo potrebbe essere stato spostato da un carcere di Homs nel 2019.

Le indagini non sono facili. Francesca sa che le carceri siriane nascondono segreti inimmaginabili. Punti di detenzione noti e nascosti continuano a rimanere un mistero. “A Damasco si sta cercando nelle prigioni documentate, ma ci sono celle segrete sepolte sotto la terra”, spiega, e le terribili scoperte sui centri di detenzione e sull’esistenza di fosse comuni si susseguono. Le esperienze passate l’hanno portata a comprendere la gravità delle violazioni dei diritti umani. La mostra “Nome in codice: Caesar”, svoltasi nel 2016 e incentrata sui crimini di tortura in Siria, ha evidenziato questa realtà da incubo.

Indagini e comunicazioni incerte

Nel suo racconto, Francesca Dall’Oglio rievoca il momento in cui ha appreso della fine del regime di Assad. Ha sentito una grande contentezza dato che sperava in un cambiamento per il popolo siriano. La sua speranza si intreccia con il desiderio di scoprire la verità su suo fratello. Tuttavia, nonostante i segni di cambiamento, la situazione rimane incerta e complicata. Paolo continua a essere una figura nota in Siria, e la sua storia è seguita da tante persone.

“I messaggi su Facebook si sono moltiplicati”, afferma Francesca, sottolineando che la comunità musulmana e quella cristiana chiedono incessantemente notizie su di lui. È emblematico il suo legame con il monastero di Mar Musa, un centro di spiritualità e accoglienza che dal 2011 ha continuato a operare, conservando il messaggio di Paolo sulla tutela dei diritti umani.

Tra i vari racconti di estratti informativi, Francesca riporta la voce di luglio 2023, secondo cui Paolo sarebbe detenuto alla periferia di Damasco, in un carcere vicino all’aeroporto. Questi dati rimangono da verificare, così come le informazioni giunte nel 2021, quando una fonte indicò che Paolo fosse stato preso da un gruppo jihadista dopo la battaglia di Baghuz.

Un appello per la verità

Francesca esprime il desiderio che le istituzioni attivino tutte le risorse necessarie per far luce sulla sorte di suo fratello. “Non ho nuove notizie dalle istituzioni”, confessa, ma sa che ci sono sforzi istituzionali in corso. Riferisce dell’archiviazione avvenuta nel 2022 dell’inchiesta della Procura di Roma, che ha dichiarato l’assenza di prove certe sulla sorte di Paolo, suggerendo invece un possibile omicidio per mano di due sauditi.

Tuttavia, Francesca non si arrende e rimane certa della possibilità che ci siano notizie più vere e concrete. “Abbiamo bisogno di capire – conclude – che su Paolo c’è una barriera di carattere politico che continua a tenere in ombra questa verità”.

La storia di padre Paolo Dall’Oglio è un faro che rappresenta la lotta per la giustizia in un contesto segnato da violenze e incertezze. Ogni giorno, Francesca continua a lavorare perché la sua voce non venga dimenticata, affinché la verità possa finalmente emergere dall’oscurità.

Change privacy settings
×