Il panorama delle città italiane sta cambiando, con risultati sorprendenti nei recenti studi sulla qualità della vita. Secondo la 35esima edizione della ricerca condotta dal “Sole 24 Ore”, la provincia di Bergamo è emersa come la città dove si vive meglio in Italia, mentre altre metropoli, come Napoli, si trovano in una posizione preoccupante. La classifica evidenzia un panorama che ha visto il declino delle grandi città, con indicatori che mettono in luce diverse fragilità nel benessere degli abitanti.
Risultati della ricerca: Bergamo al vertice, Napoli penultima
L’indagine sulla qualità della vita, avviata nel 1990, ha rivelato importanti cambiamenti nelle posizioni delle città italiane. Bergamo si aggiudica il primo posto, seguita da Trento e Bolzano. I punteggi ottenuti da queste province hanno messo in luce un notevole avanzamento rispetto agli anni precedenti, favorendo una nuova prospettiva su come le città più piccole possano eccellere in qualità della vita. Dall’altro lato della classifica, Napoli si piazza penultima, superata solo da Reggio Calabria, il che solleva interrogativi sul futuro della capitale campana.
Le grandi città, nel complesso, hanno dimostrato un chiaro declassamento. Milano ha perso quattro posizioni, arrivando al 12esimo posto, nonostante resti prima in affari e lavoro. Roma ha visto un calo significativo di 24 posizioni, piombando al 59esimo posto. Firenze, una volta tra i primi dieci, ha subito una flessione di 30 posizioni, posizionandosi ora al 36esimo. Mentre Napoli si trova in penultima posizione, Bari registra una leggera risalita, aumentando di quattro posizioni fino al 65esimo posto.
Il crollo delle città metropolitane e il benessere delle province
La ricerca ha evidenziato una tendenza preoccupante per le città metropolitane, che stanno sperimentando un declino significativo. Bologna, ad esempio, ha perso sette posizioni, scendendo al nono posto della classifica, ed è l’unica grande città a rimanere tra le prime dieci. Questo trend riflette un difficile panorama socio-economico e una crescente disuguaglianza all’interno delle aree urbane.
Fattori come la disoccupazione, il costo della vita e l’accessibilità abitativa sono stati inclusi tra le nuove variabili d’analisi di quest’anno. Le province del Mezzogiorno sembrano subire il peso maggiore di queste dinamiche, con Reggio Calabria all’ultimo posto e l’intero sud Italia rappresentato nelle ultime 25 posizioni della classifica. Questo scenario mette in luce le profonde disuguaglianze che ancora persistono tra nord e sud Italia, creando un divario che appare sempre più difficile da colmare.
In questo contesto, l’indice di sportività ha visto la provincia di Bergamo svettare, ma altre province come Monza e Brianza, Cremona, Verona e Udine seguono, dimostrando che il benessere può essere reale anche al di fuori delle grandi metropoli. I cambiamenti delle classifiche di tappa riflettono l’importanza delle piccole e medie province nel panorama nazionale.
I parametri di valutazione della qualità della vita
L’indagine sulla qualità della vita si basa su un’ampia gamma di indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Tale struttura amplia la comprensione del benessere nelle province italiane e mostra come le variabili considerabili siano connesse alla vita quotidiana delle persone.
Il fatto che nel nord-est del Paese, come in province lombarde, trentine e venete, si registrino punteggi elevati non è casuale. L’analisi di questi indicatori è un’opportunità per riflettere su quali siano le migliori pratiche da adottare in altre aree. Al contrario, la classifica evidenzia come la qualità della vita nelle grandi città sia in deterioramento, aggiungendo complessità alla già difficile situazione abitativa e socio-economica di molte aree urbane. A Firenze, per esempio, la recente vittoria nell’indice di qualità della vita per le donne sottolinea un altro aspetto delle sfide contemporanee, evidenziando l’importanza di promuovere politiche di equità di genere nei vari contesti.
L’indagine, sempre fresca e aggiornata, si impegna a riflettere sull’evoluzione della società italiana, ponendo l’accento sugli indici di novità e sull’inserimento di parametri essenziali, come quelli relativi ai rischi ambientali e alla disponibilità di opportunità lavorative. Nella lotta per migliorare la qualità della vita in Italia, è vitale tenere a mente questi cambiamenti e come possano influenzare le politiche future.