La green economy in Italia sta affrontando diverse difficoltà e ritardi, con pochi segnali positivi. La decarbonizzazione, ad esempio, non sta procedendo secondo i nuovi obiettivi europei, e le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022. Inoltre, nel 2022, l’energia rinnovabile è diminuita, e il trend non è allineato agli obiettivi europei.
Tuttavia, c’è una nota positiva riguardo al tasso di riciclo dei rifiuti, che rimane buono. D’altra parte, il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti, sebbene positivo, è diminuito. Inoltre, l’Italia si posiziona al diciannovesimo posto nell’Unione Europea per le aree protette di terra.
La situazione della green economy in Italia è stata presentata nella Relazione sullo Stato della Green Economy durante gli Stati Generali della Green Economy 2023, un summit verde organizzato a Ecomondo dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con il Mase e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Quest’anno, il summit è stato dedicato all’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa.
Secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, promuovendo innovazioni e investimenti. Ronchi sottolinea l’importanza di semplificazioni normative per la decarbonizzazione, una riduzione dei costi energetici attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili, una maggiore circolarità dell’economia e il rafforzamento delle filiere industriali nazionali della transizione.
Senza nuove prospettive, l’economia italiana rischia di entrare in una fase di stagnazione preoccupante. È quindi necessario un impegno concreto per favorire la transizione verso una green economy sostenibile e rigenerativa.