La giudice del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, si è trovata al centro di polemiche dopo la diffusione di un video del 2018 in cui partecipava a una manifestazione contro la decisione del Viminale di non far sbarcare un gruppo di profughi. La sua recente decisione di non convalidare i trattenimenti nel Cpr di Pozzallo di quattro migranti tunisini, basandosi sulla sua considerazione che fosse incostituzionale e contrario alle norme Ue, ha suscitato ulteriori critiche da parte dei colleghi e dell’opinione pubblica.
Molti nel palazzo di giustizia hanno sollevato dubbi sulla sua imparzialità, data la sua partecipazione a quella manifestazione. Nonostante le critiche, la giudice Apostolico ha scelto di non commentare e si è mantenuta in silenzio per evitare alimentare ulteriori polemiche. L’Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm) ha espresso preoccupazione per l’indagine a cui sono sottoposti giudici e pm, ritenendo che ciò potrebbe delegittimare la categoria.
La manifestazione, chiamata “Un arancino per accogliere”, era stata organizzata da diversi movimenti e associazioni, inclusi Liberi e Uguali, Potere al Popolo e la Rete Antirazzista. La giudice ha raccontato ai colleghi di essere andata al porto per sostenere l’iniziativa, in quanto sapeva che vi erano coinvolte anche associazioni cattoliche. Ha assistito alle cariche della polizia e si è interposta tra manifestanti e agenti per evitare ulteriori scontri.
Nel video, la giudice non urla slogan contro i poliziotti, ma si muove tra i due schieramenti. Era presente con il suo compagno, Massimo Mingrino, attivo sui social media in merito alle questioni dell’immigrazione e fortemente critico nei confronti di Matteo Salvini.
Questo episodio si è verificato dopo una lunga disputa tra attivisti e il Viminale sulla decisione di non far sbarcare 150 profughi soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia costiera. Dopo vari sviluppi legali, il Senato ha infine respinto l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini.
La giudice Apostolico ha scelto di mantenere un profilo basso, continuando a svolgere il suo lavoro come ogni altro giorno, nonostante le critiche e le polemiche circostanti. La questione ha sollevato dubbi sulla neutralità e l’imparzialità dei giudici e ha suscitato un dibattito sull’equilibrio tra il diritto di esprimere le proprie opinioni e l’obbligo di apparire imparziali.