La Galleria degli Uffizi di Firenze ha recentemente inaugurato tre nuove sale che offrono un’importante opportunità di esplorare l’arte fiorentina dei primi anni del Cinquecento. Questi spazi espositivi sono stati pensati per valorizzare il lavoro di artisti chiave come Andrea del Sarto e Fra Bartolomeo. Le opere esposte, ben 25, rappresentano non solo la ricchezza visiva della Firenze rinascimentale, ma anche un momento cruciale nello sviluppo della maniera moderna, una fase artistica che ha segnato l’apice del Rinascimento.
La nuova esposizione si colloca al secondo piano della Galleria degli Uffizi, con le opere situate al termine del Terzo Corridoio. Questo riallestimento non solo arricchisce il percorso espositivo, ma lo integra in modo significativo con le già esistenti sale dedicate a Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Come evidenziato dal direttore della galleria, Simone Verde, l’intento è quello di ricostruire la vivacità creativa del primo ventennio del Cinquecento. Questa nuova organizzazione vuole permettere ai visitatori di percepire l’impatto e l’influenza che i grandi maestri del Rinascimento hanno avuto sugli artisti toscani. Verde afferma: “Vogliamo che questo museo si possa sfogliare come fosse un manuale di Storia dell’arte.”
La prima sala è dedicata a Fra Bartolomeo e presenta l’opera ‘La Visione di San Bernardo’, illustri espressione della sua peculiare tecnica. Questo dipinto è affiancato dalla ‘Visitazione’ di Mariotto Albertinelli, che con Fra Bartolomeo condivise lo studio per un lungo periodo. La scelta di mettere in dialogo queste due opere non è casuale; intende evidenziare le connessioni artistiche e personali tra i due pittori, sottolineando come la collaborazione e la competizione abbiano plasmato la scena artistica fiorentina.
Nella sala successiva, l’attenzione è rivolta esclusivamente ad Andrea del Sarto, uno dei massimi esponenti dell’arte fiorentina. Al centro di questo spazio si trova la ‘Madonna delle Arpie’, un capolavoro del 1517 che calamitano lo sguardo del visitatore con la sua composizione armoniosa e la raffinatezza esecutiva. Questa sala non solo celebra il talento di Del Sarto, ma invita anche i visitatori a riflettere sulla sua eredità artistica e sul suo stile innovativo che si distacca dalle tradizioni precedenti.
L’ultimo ambiente dell’esposizione è dedicato a Franciabigio e presenta opere significative come la ‘Pala di San Giobbe’ del 1516. Qui si possono scoprire anche i lavori di Alonso Berruguete, un pittore spagnolo che venne in Italia per affinare la sua arte sotto l’influenza dei maestri locali, e opere di Domenico Beccafumi e Domenico Puligo. Questi artisti, pur non essendo i più noti, offrono una panoramica importante della diversità e della complessità della scena artistica dell’epoca. Recentemente, i curatori hanno inoltre deciso di ‘riunire’ quattro pannelli che facevano parte della Camera Borgherini, volendo restituire al visitatore una visione organica della produzione artistica fiorentina. Si tratta di un ciclo di pitture che decorava la stanza matrimoniale della famiglia Borgherini, un’opera collettiva che coinvolgeva artisti del calibro di Andrea del Sarto, Pontormo e Francesco Granacci.
L’illuminazione della mostra è stata anch’essa rinnovata, con l’installazione di fari verticali che mettono in risalto i dettagli e le qualità delle opere, una miglioria significativa rispetto ai precedenti lucernari che non valorizzavano completamente i dipinti. Questo attento lavoro di riallestimento riflette l’impegno dei curatori nel garantire che gli spettatori possano apprezzare appieno la straordinaria eredità culturale che Firenze ha da offrire.