Palazzo Barberini ospita la mostra ‘La Città del Sole. Arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di Urbano VIII’ fino all’11 febbraio. L’esposizione, curata da Filippo Camerota con la collaborazione di Marcello Fagiolo, celebra il quarto centenario dell’elezione di Urbano VIII al pontificato (1623-1644) e della pubblicazione del Saggiatore di Galileo Galilei. La mostra mette in luce il legame tra le arti e le scienze promosso dalla famiglia dei Barberini, mecenati dell’epoca.
Un viaggio nella cultura barocca romana
La mostra presenta una selezione di circa cento opere originali, tra dipinti, disegni, incisioni, libri, documenti, strumenti scientifici e modelli. Queste opere offrono una visione dell’atmosfera culturale dell’epoca, caratterizzata da una nuova concezione del mondo basata sulla ricerca scientifica sperimentale e razionale, come descritta da Galileo nel suo Saggiatore. La mostra rappresenta la nascita della scienza empirica in contrasto con l’oscurantismo dell’epoca. Il titolo ‘La Città del Sole’ fa riferimento a questo concetto e al Papa Urbano VIII, che ha scelto il sole come elemento araldico insieme alle api. Il titolo è anche quello del testo filosofico-utopistico di Tommaso Campanella, che ha subito una lunga prigionia interrotta proprio da Urbano VIII.
Un intreccio tra scienza e arte
Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni e offre un intreccio creativo tra le opere dei protagonisti dei tre poli scientifici accademici romani – il Collegio Romano dei Gesuiti, l’Accademia dei Lincei e il Convento dei Minimi – e l’opera di alcuni dei più celebri artisti del periodo barocco a Roma. Tra le opere in mostra, si possono ammirare ritratti di Galileo (realizzati da Santi di Tito), di Urbano VIII (opera di Gian Lorenzo Bernini) e di Luigi XIII (realizzato da Jean-François Niceron). Sono presenti anche allegorie come quella della Sapienza di Andrea Sacchi e disegni rari come quello di Simon Vouet che raffigura satiri che ammirano l’anamorfosi di un elefante. La mostra include anche preziosi prestiti di libri antichi e di globi terrestri e celesti, come quelli di Matthäus Greuter del 1636.
Una collaborazione di prestigio
La mostra è organizzata dal Museo Galileo in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e il Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma. La mostra ha ottenuto il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Roma Capitale e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’elezione di papa Urbano VIII.