In seguito alla tragica strage verificatasi presso il deposito Esselunga di Firenze, il tema della sicurezza sul lavoro torna a occupare le prime pagine delle cronache. Le dichiarazioni di Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil, pongono l’accento su un problema che sembra non trovare una soluzione definitiva. Secondo Re David, le politiche del governo contribuiscono a una cultura imprenditoriale che ignora il rispetto delle norme di sicurezza, favorendo un ambiente in cui i profitti prevalgono sulle vite dei lavoratori. Questa dinamica si sta rivelando fatale e richiede un cambiamento radicale.
La critica alle politiche governative
Francesca Re David ha espresso con forza le proprie preoccupazioni durante la manifestazione ‘Basta morti sul lavoro‘, tenutasi a Calenzano, in provincia di Firenze. La segretaria ha sottolineato come il governo, concedendo ampie libertà alle imprese attraverso crediti e incentivi, stia di fatto minimizzando l’importanza della sicurezza. Le sue parole traggono spunto dall’osservazione che, pur incentivando le aziende, si riducono le risorse per la finanza pubblica e i controlli, lasciando così mano libera agli imprenditori.
L’idea di premiare le imprese che ottimizzano i propri profitti anziché investire nella sicurezza dei lavoratori è il fulcro della critica di Re David. La segretaria ha ribadito che il governo ha una responsabilità enorme nel garantire che le aziende non solo vogliano, ma debbano rispettare le norme di sicurezza. La delega di tali responsabilità alle aziende rischia di diventare un terreno fertile per l’incuria e la trasgressione.
L’urgenza di un cambiamento culturale
Nel discorso di Francesca Re David, emerge con chiarezza la richiesta di un cambiamento radicale nel modo di fare impresa. Secondo la segretaria, il modello attuale, basato sulla massimizzazione dei profitti a breve termine e sulla riduzione dei tempi, non solo è inadeguato, ma sta portando a veri e propri disastri. Re David ha citato dati allarmanti che rivelano come la maggior parte degli incidenti mortali sul lavoro si verifichi all’interno di grandi aziende, molte delle quali sono partecipate pubbliche. Questo dato pone interrogativi inquietanti sulla governance di queste imprese e sull’adeguatezza delle politiche di sicurezza adottate.
Re David ha affermato che le “stragi” non sono eventi casuali, ma il risultato di una cultura che sacrifica la vita dei lavoratori sull’altare del profitto. Il richiamo al rispetto concreto delle normative di sicurezza è un invito a passare dalle parole ai fatti, a impegnarsi in una vera e propria riforma che metta al centro la salute e la sicurezza delle persone.
La sicurezza come valore fondamentale
Il tema della sicurezza sul lavoro deve tornare a essere considerato un valore fondamentale, imprescindibile per qualsiasi attività imprenditoriale. La Cgil si fa portavoce di una visione che non ammette compromessi in questo ambito e chiede alle istituzioni di rafforzare i controlli, di garantire che le leggi siano rispettate e che ogni lavoratore possa svolgere il proprio compito in un ambiente sicuro.
La riflessione di Re David suggerisce che i cambiamenti necessari partano da una consapevolezza collettiva, in cui ogni attore della società, istituzioni, imprenditori e lavoratori, si senta coinvolto nella lotta per una sicurezza reale e non solo dichiarata. La manifestazione a Calenzano ha messo in evidenza un sentimento di urgenza, accompagnato dalla volontà di far sentire la propria voce contro un sistema che non protegge adeguatamente chi lavora.