La Carbonara è nata in America? Matteo Di Cola risponde in occasione del Carbonara Day

Italiani: popolo di “pasta, pizza e mandolino”, o almeno per gli americani. Se sul resto possiamo anche chiudere un occhio, quando ci toccano il cibo non c’è giustificazione che tenga: siamo pronti a difendere le nostre tradizioni con le unghie e con i denti. Nessun compromesso se si parla di piatti della tradizione come la Carbonara. L’articolo pubblicato la settimana scorsa sul Financial Times, in cui sono state messe in discussione le origini di alcuni alimenti tricolore, ha suscitato non poco scalpore anche online. La risposta è arrivata anche dai social: in occasione del Carbonara Day, Matteo Di Cola imprenditore digitale e co-fondatore di Italy food Porn, ha organizzato una manifestazione davanti all’Ambasciata Americana.

 

La polemica dopo l’articolo del Financial Times

L’intervista ad Alberto Grandi, docente italiano dell’Università di Parma pubblicata sul quotidiano britannico, potrebbe “essere ricordata come il motivo dello scoppio della Terza Guerra Mondiale”, ha scritto ironizzando un utente su Twitter. Infatti, il prof ha sottolineato come il vero Parmigiano Reggiano sarebbe un formaggio originario del Wisconsin e la dicitura “Reggiano” nel nome del prodotto sarebbe stata messa lì a caso. Ma non finisce qui, perché, proprio dopo l’annuncio della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco, gli Stati Uniti hanno rivendicato uno dei piatti principe della cucina Made in Italy: sua maestà la Carbonara. Secondo Grandi, il piatto deriva dalle razioni K, principalmente tuorli d’uovo in polvere e bacon, in dotazione ai soldati americani che durante la Seconda Guerra Mondiale erano in missione in Italia.

 

La risposta di Matteo di Cola

Cari amici del Financial Times, io dubito fortemente che in America facciate una carbonara così buona, ha incalzato Di Cola in un video pubblicato sui suoi social. E con sottile ironia ha aggiunto: “se la fate invitatemi, la paragoneremo a quella romana e gli daremo un voto”. “Pecorino romano, guancialotto amatriciano, pepe nero bello saporito, ovetto fresco e spaghettone al dente”, questi per Di Cola gli ingredienti e le caratteristiche cardine dell’inconfondibile e inimitabile Carbonara romana. Così, gustando un piatto di pasta d’asporto, proprio davanti al portone dell’Ambasciata americana, l’imprenditore digitale ha risposto “a suo modo” ad una polemica che dura da anni, ma che oggi si è fatta più calda che mai.