Il recente intervento della Banca Centrale Europea segna un nuovo passo nella gestione della politica monetaria, con un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, reso noto il 17 ottobre. Questa manovra è la diretta conseguenza della conferma dell’inflazione al 1,7% da parte di Eurostat per il mese di settembre. Le implicazioni di tale decisione si ripercuotono in maniera significativa sui mutui e sui costi di finanziamento per le famiglie italiane.
I dettagli del taglio dei tassi da parte della Bce
L’abbassamento dei tassi di interesse da parte della Bce comporterà una riduzione significativa per i tassi di deposito, le operazioni di rifinanziamento principali e quelle marginali, che saranno rimodulati rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con decorrenza dal 23 ottobre prossimo. Questo intervento è stato motivato dalla valutazione del Consiglio direttivo della Banca, il quale ha rilevato un processo di disinflazione ben avviato, oltre a una diminuzione delle recenti sorprese negative riguardanti l’attività economica.
La Bce ha inoltre sottolineato come le condizioni di finanziamento restino ancora restrittive, un fattore che continua ad influenzare le scelte di investimento e di spesa delle famiglie e delle imprese. Le attese future sull’inflazione rimangono complesse, con una previsione di aumenti nei prossimi mesi, seguita da una possibile discesa verso gli obiettivi programmati nel 2024. Nonostante la crescita dei salari, che resta sostenuta, il consiglio prevede un progressivo allentamento della pressione sui costi del lavoro, dovuto al bilancio delle imprese.
Risparmi per le famiglie: impatti sui mutui
I mutui a tasso variabile saranno i principali beneficiari di questo taglio dei tassi, con un risparmio stimato di circa 18 euro al mese, e quindi 216 euro all’anno, per chi si avvale della quota media del Tasso Annuo Effettivo Globale , fissato attualmente al 4,1% da Bankitalia. Queste informazioni sono state fornite dall’Unione Nazionale Consumatori , che evidenzia come questo cambiamento rappresenti una buona notizia non solo per i mutuatari, ma anche per le casse pubbliche, grazie a una riduzione degli oneri sul debito pubblico.
In particolare, per le famiglie con mutui a tasso variabile della durata di venti anni e importo compreso tra 100.000 euro e 200.000 euro, le stime di risparmio vanno dai 13 ai 27 euro al mese, e quindi da 156 ad 324 euro all’anno, come indicato dal Codacons. Con uno scenario di finanziamento di trent’anni, il vantaggio mensile potrebbe oscillare tra 15 e 30 euro, comportando annualmente un risparmio che si attesta tra 180 e 360 euro.
Critiche e preoccupazioni: il contesto economico attuale
Nonostante il segnale positivo del taglio dei tassi, esistono preoccupazioni sul reale impatto di questa manovra per le famiglie. Il presidente del Codacons ha avvisato che, pur essendo un passo nella giusta direzione, le famiglie potrebbero continuare a misurarsi con le conseguenze dei precedenti rialzi sui tassi di interesse, che negli ultimi due anni hanno aumentato notevolmente il costo dei mutui.
Le spese possono arrivare ad essere superiori ai 5.000 euro all’anno per taluni contratti di mutuo a tasso variabile, mettendo a notevole rischio il bilancio familiare medio. È dunque fondamentale che l’indice di inflazione continui a mostrare un trend in discesa e che la Bce mantenga vigilanza sulla situazione economica generale, per evitare di tornare a una politica restrittiva che potrebbe compromettere i progressi recentemente conseguiti.