La recente intervista di Jovanotti a Belve ha acceso un acceso dibattito sull’argomento della musica definita “nociva”. In particolare, l’artista ha messo a confronto le opere di Wolfgang Amadeus Mozart con quelle di Tony Effe, esprimendo un punto di vista che si discosta dalle consuete critiche rivolte ai generi musicali contemporanei, come il rap e la trap. L’artista non ha soltanto messo in discussione l’idea che la musica trap possa essere dannosa: ha anche affermato con decisione la positività dell’espressione musicale in qualsiasi forma.
Jovanotti: una difesa della libertà musicale
Quando Francesca Fagnani ha chiesto a Jovanotti se le musiche dei trapper possano essere considerate nocive, l’artista ha risposto con una dichiarazione che ha colpito molti: “La musica nociva non esiste”. Secondo Jovanotti, la musica può risultare noiosa o poco accattivante, ma non può mai essere dannosa. Questa affermazione riflette una filosofia personale che abbraccia la libertà artistica. Per lui, ogni espressione musicale rappresenta un atto di vita e di creatività, che merita di essere rispettato e riconosciuto. Un messaggio che può sembrare controverso, ma che mira a sfatare i pregiudizi legati ai vari generi musicali.
L’interpretazione di Jovanotti dell’espressione artistica come strumento positivo è una riflessione appena accennata ma profonda. Mozart, famoso per le sue opere classiche, e Tony Effe, noto per il suo stile trap, vengono messi sullo stesso piano nella visione dell’artista, che suggerisce che la musica, in tutte le sue forme, contribuisce alla cultura e alla società.
Un collegamento sorprendente tra Mozart e Tony Effe
Jovanotti non si è limitato a difendere la musica contemporanea, ma ha anche messo in evidenza la connessione unica che c’è tra musicisti di epoche diverse. “Mozart e Tony Effe sono colleghi”, afferma, aprendo una riflessione sulla perpetua evoluzione della musica. Ha animatamente affermato: “Questa cosa di Mozart e Tony Effe colleghi ce la ritroviamo in giro… Io la rivendico adesso e anche quando avrò 90 anni.” Con questa frase, Jovanotti sostiene una continuità nelle forme artistiche, facendo notare come anche i generi che oggi potrebbero essere considerati meno nobili possano avere un loro significato e valore.
L’artista ha poi aggiunto che Mozart potrebbe avere delle obiezioni sulle tematiche moderne come “Sesso e samba”, ma riconoscerebbe comunque il valore dell’espressione in sé. Così, il messaggio di Jovanotti assume contorni di apertura e accoglienza verso le diverse forme di musica, affermando che ognuna ha il suo posto legittimo e che la varietà arricchisce la cultura contemporanea.
Ricordi e riflessioni sui propri inizi
L’intervista ha anche portato Jovanotti a riflettere sui suoi esordi nel mondo della musica. “Quando sono arrivato, i critici non potevano capire cosa stessi facendo io”, confide, parlando del suo stile innovativo e dell’impatto che ha avuto nell’industria musicale. Dinanzi alle reazioni forti, come quella di Beppe Grillo a Sanremo, Jovanotti rivela di non essere mai stato disturbato: “Non avvertivo astio nei miei confronti, in generale non si capiva che i tempi stessero cambiando.”
Questo ricordo è emblematico di un periodo in cui il modo di concepire la musica stava già evolvendo, e la creatività cercava nuove strade. Jovanotti si sente sempre parte di questo cambiamento, affermando la sua missione di contribuire a quella situazione di rottura, accogliendo il cambiamento come un aspetto fondamentale dell’espressione artistica.
L’artista pone quindi l’accento sulla necessità di una visione aperta e di un apprezzamento genuino per i diversi generi musicali, che continuano a esistere e a influenzarsi reciprocamente. Attraverso i suoi ricordi e le sue riflessioni, viene trasmessa una profonda passione per la musica come strumento di connessione e di evoluzione.