Irpinia: 43 anni dopo il sisma, il pericolo dello spopolamento preoccupa la regione

Tornare per combattere lo spopolamento

A 43 anni dal terremoto che ha colpito l’Irpinia nel 1980, il tema dello spopolamento delle aree interne è ancora attuale. Franco Arminio, poeta e studioso del paesaggio, originario di Bisaccia, in provincia di Avellino, sottolinea l’importanza di arginare lo spopolamento e combattere la rassegnazione di coloro che sono rimasti. “Tornate… Qui se ne sono andati tutti, specialmente chi è rimasto”, afferma Arminio.

Le vittime e la distruzione

Il terremoto, avvenuto alle 19:34 di quella domenica, ha causato la morte di 2.735 persone, soprattutto nei “paesi-presepi” dell’Alta Irpinia. Altre nove mila persone sono rimaste ferite e diciotto comuni sono stati rasi al suolo, mentre altri 99 sono stati devastati. Trecentomila abitazioni sono state distrutte in novanta secondi su un’area di 17 mila chilometri quadrati. Nonostante la ricostruzione delle abitazioni e gli investimenti per gli insediamenti industriali, l’Irpinia si trova oggi abbandonata dalle sue migliori energie, con sempre più giovani che si trasferiscono altrove in cerca di opportunità di lavoro.

Lo spopolamento continua

Secondo lo storico Toni Ricciardi, ogni anno la provincia di Avellino perde in proporzione un paese di duemila abitanti. Arminio ha organizzato quattro giorni di incontri e dibattiti per ricordare il terremoto e per rilanciare la battaglia per il futuro dell’Irpinia. “La prima regola per affrontare questa sfida è quella di non piangersi addosso”, afferma Arminio. “Dobbiamo essere ostinati nella ricostruzione dello spirito comunitario, soprattutto con il contributo dei giovani, e contrapporci agli scoraggiatori militanti che ormai costituiscono l’egemonia culturale del Paese”.

La spesa per la ricostruzione

Dopo 43 anni, l’anniversario del terremoto non è più oggetto di polemiche sulla qualità della ricostruzione e sulle risorse impiegate. Tuttavia, secondo Toni Ricciardi, meno della metà delle risorse destinate alla ricostruzione è stata effettivamente utilizzata nella provincia di Avellino. La spesa è diventata imponente e incontrollabile a causa dell’allargamento dell’area del terremoto, che ha coinvolto 687 comuni in Campania, Puglia e Basilicata. Inoltre, sono state create venti aree industriali, solo nove delle quali si trovano in provincia di Avellino.

Nonostante le difficoltà, l’Irpinia continua a lottare per il suo futuro e per contrastare lo spopolamento delle sue aree interne.