L’ipercolesterolemia, secondo Alessandro Navazio dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), non è solo un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, ma è anche un fattore causale della malattia aterosclerotica. Questo è emerso durante un incontro a Milano organizzato da Sanofi sul tema dell’azione precoce contro il colesterolo per proteggere dai rischi cardiovascolari.
Navazio ha spiegato che il fattore di rischio può contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche o all’aterosclerosi nelle arterie. D’altra parte, il fattore causale è alla base dello sviluppo di questo processo patologico. Navazio ha sottolineato che a differenza di altri fattori di rischio, come la glicemia alta nei pazienti diabetici o la pressione arteriosa alta nei pazienti ipertesi, che possono aumentare il rischio quando sono eccessivamente corretti, con il colesterolo questo non accade. Infatti, più si abbassano i livelli di colesterolo, meno probabilità ci sono di sviluppare eventi cardiovascolari.
Esistono soluzioni terapeutiche efficaci per abbassare rapidamente i livelli di colesterolo Ldl, che rappresentano uno strumento essenziale per agire tempestivamente e ridurre il rischio di mortalità. Tuttavia, Navazio ritiene che l’utilizzo dei farmaci per l’ipercolesterolemia dovrebbe basarsi sulle evidenze scientifiche. Le statine, ad esempio, sono considerate una terapia di base, ma se un paziente non riesce a tollerarle o i suoi livelli di colesterolo al di sotto di determinati valori non diminuiscono in modo significativo, può essere necessario considerare un altro farmaco o una combinazione di farmaci.
Navazio ha concluso affermando che è importante prevedere l’efficacia di un farmaco nella riduzione dei livelli di colesterolo Ldl, in modo da poter pianificare la terapia e ottenere i risultati desiderati.