Un’importante iniziativa è stata annunciata da Stellantis per la costruzione di un impianto di biometano a San Nicola di Melfi, il cui investimento si aggira attorno ai 17 milioni di euro. Questo progetto si inserisce in un quadro più ampio di impegni volti a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere pratiche sostenibili nel settore automotive. Con una previsione di rilevanti benefici ecologici, la realizzazione di questo impianto promette di abbattere le emissioni di CO2 di circa 50.000 tonnellate nei prossimi 15 anni. Coinvolgerà inoltre 55 lavoratori nei settori della manutenzione, dei servizi e delle pulizie.
Dettagli del progetto e autorizzazioni
Il piano di investimento da parte di Stellantis è stato avallato dalla Giunta regionale lucana, che ha approvato le nuove linee guida per la disciplina dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e il disciplinare Api-bas per la costruzione di impianti dedicati allo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. La definizione delle caratteristiche del sito è stata presentata durante una seduta del Consiglio regionale, dove dirigenti di Stellantis hanno illustrato gli aspetti salienti del progetto. Tra i partecipanti vi erano Nicola Intrevado, direttore dello stabilimento di Melfi, e altri responsabili dell’azienda, i quali hanno risposto all’invito del presidente della Regione, Vito Bardi, e degli assessori Francesco Cupparo e Laura Mongiello.
Con questo progetto, Stellantis punta a consolidare la propria presenza in un’area che si sta rivelando cruciale per l’industria automotive, nonostante le sfide globali legate al settore. L’impianto di biometano, che dovrebbe entrare in funzione entro l’estate del 2026, rappresenta un passo significativo nell’adeguamento alle normative ambientali più rigide e nella transizione verso un modello produttivo più sostenibile.
La tempistica e le risorse utilizzate
I lavori per la realizzazione dell’impianto sono previsti per il mese di aprile 2025, una volta completati i necessari iter burocratici. Un aspetto interessante del progetto è che il biometano non sarà prodotto da rifiuti, ma da sottoprodotti agroindustriali, come le acque di vegetazione generate dai frantoi e i materiali derivati dal trattamento di effluenti zootecnici, quali liquame suino e bovino. Questo approccio non solo massimizza l’efficienza energetica, ma rappresenta anche una scelta etica e responsabile nei confronti dell’ambiente.
Stellantis si impegna così a utilizzare fonti di energia rinnovabile, facendo della biodegradabilità e del riutilizzo delle risorse naturali i cardini della propria strategia. Il direttore dello stabilimento di Melfi, Nicola Intrevado, ha evidenziato come quest’impianto venga classificato come una struttura che sfrutta un’energia vegetale e agricola, contrariamente ai combustibili fossili. Questo comporta un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, un obiettivo di primaria importanza in un contesto di crescente sensibilità ecologica.
Sostenibilità e impatto sull’occupazione
La realizzazione del nuovo impianto di biometano avrà ripercussioni importanti non solo sul piano ambientale, ma anche su quello occupazionale. Secondo quanto detto dal governatore Vito Bardi, l’obiettivo è quello di sostenere l’occupazione non solo all’interno dello stabilimento “madre”, ma anche nelle aziende dell’indotto. Questo è un aspetto cruciale per garantire continuità offrendo una risposta alle attuali sfide che il settore automotive sta attraversando a livello globale.
Bardi ha ribadito che, incidendo sui costi di produzione attraverso l’uso di energie rinnovabili, si spera che Stellantis possa affrontare e superare le difficoltà economiche del settore. L’interlocuzione tra l’azienda e la Regione appare positiva, segno che Stellantis intende mantenere non solo la propria presenza a Melfi, ma anche di investire in un futuro sostenibile e ben integrato con le istanze locali. La sinergia tra istituzioni e imprese è ritenuta cruciale per incentivare possibili sviluppi e consolidare una catena produttiva sempre più sostenibile.