Un nuovo studio presentato al congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) ha rivelato che le donne che vivono e lavorano in luoghi con alti livelli di polveri sottili sono più a rischio di sviluppare il tumore al seno rispetto a quelle che vivono in aree meno inquinate. Lo studio ha preso in considerazione sia l’esposizione residenziale che professionale all’inquinamento atmosferico.
Secondo i risultati dello studio, il rischio di tumore al seno aumenta del 28% quando l’esposizione all’inquinamento atmosferico da particelle fini (Pm2.5) aumenta di 10 µg/m3. Anche l’esposizione a livelli elevati di inquinamento atmosferico da particelle più grandi (Pm10 e biossido di azoto) è stata associata ad un aumento del rischio di tumore al seno.
I ricercatori intendono ora studiare gli effetti dell’esposizione all’inquinamento durante il pendolarismo per ottenere una visione completa degli effetti sul rischio di cancro al seno.
Il professor Charles Swanton, autore di una ricerca che suggerisce come le particelle Pm2.5 possano causare il cancro ai polmoni nei non fumatori, ha commentato i risultati dello studio, sottolineando che queste polveri sottili possono penetrare nel flusso sanguigno e raggiungere il seno e altri tessuti.
Il professor Jean-Yves Blay, direttore delle politiche pubbliche dell’Esmo, ha sottolineato l’importanza di ridurre l’inquinamento atmosferico per prevenire i tumori, considerando le forti prove epidemiologiche e biologiche del legame tra l’esposizione alle particelle Pm2.5 e il cancro.