La violenza economica e la necessità di politiche pubbliche
La violenza economica è una forma subdola ma potente di oppressione che limita l’autonomia finanziaria e la libertà decisionale delle vittime. Questo crea una dipendenza e una vulnerabilità che possono favorire altri tipi di violenza. Inoltre, quando una donna denuncia un abuso domestico, potrebbe dover allontanarsi da reti di supporto economico basate su legami familiari o sociali, aumentando il rischio di ritrarsi o di non riuscire ad allontanarsi senza un adeguato sostegno.
Per combattere la violenza maschile sulle donne, è necessario non solo che le vittime siano consapevoli e coraggiose, ma anche che ci siano politiche pubbliche che promuovano l’indipendenza economica delle donne e creino un ambiente sicuro ed equo per loro e per i loro figli.
Le iniziative a livello nazionale per l’indipendenza economica delle donne
Tra le iniziative a livello nazionale per promuovere l’indipendenza economica delle donne, c’è il reddito di libertà. Questo consiste in un contributo economico massimo di 400 euro mensili, erogato in un’unica soluzione per un massimo di dodici mesi. L’obiettivo principale di questo contributo è sostenere le spese per l’autonomia abitativa, il recupero dell’autonomia personale e il percorso scolastico e formativo dei minori. Tuttavia, secondo il rapporto annuale dell’INPS, nel 2022 sono state accolte solo 415 domande su 1.902 presentate, un dato preoccupante considerando che solo nella rete D.i.Re. sono state accolte 20.711 donne nello stesso anno. Non abbiamo ancora i dati per il 2023, ma è presumibile che la situazione sia peggiorata, dato che i fondi stanziati sono stati drasticamente ridotti a meno di due milioni di euro. Per il 2024 è previsto un aumento dei fondi a 6 milioni, ma nel frattempo i territori hanno dovuto trovare risorse in modo autonomo, grazie alla possibilità di aggiungere risorse regionali a quelle statali trasferendole direttamente all’INPS.
Un’altra misura governativa è il Microcredito di Libertà, che offre finanziamenti fino a 10.000 euro per spese familiari o corsi di formazione professionale, e fino a 50.000 euro per avviare un’attività imprenditoriale.
L’assegno di inclusione e la modifica richiesta
A partire da gennaio 2024, l’assegno di inclusione sostituirà effettivamente il reddito di cittadinanza. Le donne inserite in percorsi di protezione costituiranno un nucleo familiare indipendente ai fini ISEE, consentendo una verifica del requisito economico più accurata. Questa modifica è stata richiesta da diverse voci ed è finalmente stata ascoltata.