La situazione influenzale per la stagione 2024-2025 in Italia presenta una curva di crescita ben diversa rispetto agli anni scorsi, con esperti che invitano a restare vigili. Sebbene l’incidenza delle sindromi simil-influenzali sia attualmente contenuta, la combinazione del tradizionale aumento invernale delle infezioni e degli eventi festivi potrebbe modificare il panorama epidemiologico.
L’andamento dell’influenza nella stagione attuale
L’analisi dei dati provenienti dal sistema di sorveglianza RespiVirNet, curato dall’Istituto Superiore di Sanità, rivela che nel corso della prima settimana di dicembre si sono registrati 8,6 casi per ogni mille assistiti, risultando significativamente sotto rispetto agli 11,5 casi dello stesso periodo dell’anno scorso. Questo trend potrebbe essere attribuito a diversi fattori. Da un lato, il virus A/H3N2, definito come la nuova variante “australiana”, non ha ancora mostrato prepotentemente i propri effetti, mentre il virus A/H1N1 continua a dominare, beneficiando della memoria immunitaria della popolazione, eccetto per le fasce più giovani.
Fabrizio Pregliasco, virologo noto, suggerisce che la stagione influenzale non sia ancora entrata nel vivo e che il freddo intenso, assente fino ad ora, possa costituire una condizione chiave per l’aumento dei casi. L’approccio alle festività di Natale e Capodanno, con il consueto aumento dei contatti sociali, rappresenta un ulteriore elemento da monitorare, lasciando aperta la possibilità che l’incidenza delle infezioni possa amplificarsi notevolmente.
La proiezione sull’epidemia influenzale
Nella settimana che va dal 2 all’8 dicembre, hanno avuto luogo circa 510mila nuove diagnosi di sindromi simil-influenzali, ma il totale dall’inizio della stagione ha già superato i 3,3 milioni di casi. Gli esperti stimano che potrebbe esserci un incremento di ulteriori 100mila casi nelle settimane a venire. Tuttavia, i numeri durante le festività possono risultare sottostimati a causa della riduzione del report dei dati da parte dei medici, complicando ulteriormente l’acquisizione di una visione chiara della reale situazione.
Pregliasco prevede che il picco della stagione potrebbe coincidere con la riapertura delle scuole, suggerendo di anticipare un picco influenzale per gennaio, in seguito a un incremento dei contatti sociali durante le festività. Le attese per l’influenza sono descritte come potenzialmente severe, con previsioni di circa 15 milioni di casi, conformi alle osservazioni emerse dagli andamenti dell’emisfero australe.
Circolazione dei ceppi influenzali e immunità
Mauro Pistello, direttore dell’Unità di Virologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, conferma che l’andamento attuale dei casi è contenuto se paragonato agli anni passati. La maggior parte dei virus attualmente in circolazione sono simili a quelli già noti e affrontati dalla popolazione grazie a vaccinazioni pregresse. I soggetti immunizzati, soprattutto nella fascia di età 0-4 anni, potrebbero essere più protetti e quindi meno colpiti, ma la stagione rimane ancora lunga e l’attenzione deve restare alta.
L’importanza della vaccinazione
Guardando ai dati sulle vaccinazioni, Fabrizio Pregliasco evidenzia un atteggiamento nuovamente favorevole verso il vaccino antinfluenzale tra la popolazione italiana. Un incremento del 10% di vaccinazioni è stato registrato in Lombardia rispetto all’anno scorso, mentre a livello nazionale si segnala una crescita complessiva del 25%. Francesco Vaia, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, sottolinea l’importanza della buona comunicazione volta a sensibilizzare i cittadini sull’importanza della vaccinazione.
Al contrario, la risposta alla vaccinazione contro il Covid-19 appare in calo, il che sottolinea una differenza nel comportamento della popolazione. I virologi avvertono che non bisogna abbassare la guardia e che è opportuno continuare il trend positivo nella vaccinazione antinfluenzale, sperando di raggiungere coperture adeguate per le fasce più vulnerabili. La campagna vaccinale è ancora in corso e l’invito è a non perdere l’opportunità di tutelarsi, anche con adesioni tardive.