Industria e inflazione: Le preoccupazioni di Confindustria sulle previsioni per i mutui

Il Centro Studi di Confindustria ha pubblicato il suo bollettino ‘Congiuntura flash’, disegnando un quadro economico piuttosto cupo per l’Italia. Dopo una caduta nel secondo trimestre, il Pil italiano rimane debole anche nel terzo trimestre e le prospettive per il quarto trimestre non sono particolarmente positive. Il settore manifatturiero e delle costruzioni sta affrontando una battuta d’arresto, e la situazione non è migliore per il settore dei servizi. Inoltre, i tassi di interesse della Banca Centrale Europea continuano a salire, mentre il credito sta diminuendo insieme alla liquidità e il costo dell’energia sta aumentando. Tutto ciò sta colpendo i consumi e gli investimenti, e la domanda estera sta diminuendo.

La situazione del credito è particolarmente difficile, con un aumento dei costi del credito per le imprese italiane e una diminuzione dei prestiti. Un numero crescente di imprese sta avendo difficoltà ad ottenere credito a causa delle condizioni gravose e dei criteri di accesso più rigidi. Ciò sta portando ad un’erosione della liquidità delle imprese, ad un aumento dei ritardi nei pagamenti e ad un deterioramento dei vecchi prestiti.

Anche il settore dei servizi sta affrontando delle difficoltà, con una diminuzione della fiducia delle imprese nel mese di settembre. Nonostante un buon andamento del settore turistico, con un aumento delle spese degli stranieri in Italia e dei passeggeri negli aeroporti, il settore dei servizi ha esaurito la ripresa. Anche il settore industriale sta lottando, con una riduzione della produzione a luglio, in particolare nel settore dei beni di consumo durevoli.

La domanda interna sta diminuendo, con un calo degli investimenti nel secondo trimestre, soprattutto nel settore delle costruzioni e degli impianti-macchinari. I segnali più recenti nel settore dei beni strumentali sono negativi, con una diminuzione della produzione e della fiducia nel mese di settembre. Anche i consumi stanno calando, con una diminuzione del sentiment nel terzo trimestre. I beni sono particolarmente colpiti rispetto ai servizi, con una diminuzione delle vendite al dettaglio e un ulteriore calo nel mese di agosto.

L’inflazione italiana sta diminuendo lentamente, con un tasso annuo del 5,3% a settembre. I prezzi core dei beni e dei servizi stanno rallentando, mentre i prezzi alimentari sono appena iniziati a moderarsi grazie alla recente diminuzione delle materie prime. I prezzi energetici stanno aumentando leggermente, ma le quotazioni del gas e del petrolio sono risalite a settembre.

Infine, i mutui subiscono un aumento dei tassi, con un aggravio di interessi che colpisce le famiglie italiane. Questo aumento dei tassi ha un impatto significativo sulle famiglie che hanno un mutuo a tasso variabile, con un’onere stimato di 4,6 miliardi di euro nel 2023. Questo impatto negativo sarà ancora più evidente se si considera un rinnovo completo dello stock di mutui a tassi attuali. Ciò potrebbe portare ad un aumento di interessi annui di 12,1 miliardi di euro per le famiglie italiane, con conseguenze negative sul reddito disponibile e sui consumi. Il rialzo dei tassi influenzerà anche il credito al consumo utilizzato per l’acquisto di beni durevoli, potenzialmente riducendo la domanda.

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