La recente indagine sull’omicidio di Candido Montini, un uomo di 76 anni tragicamente ucciso a Catasco di Garzeno, ha preso una piega inaspettata dopo il trasferimento di un minorenne presso la caserma dei Carabinieri di Como per un interrogatorio. La morte di Montini, avvenuta lo scorso 24 settembre, ha suscitato un profondo sgomento nella comunità e ora si cercano risposte concrete che possano chiarire i dettagli di questo caso.
La drammatica scoperta del corpo di Candido Montini è avvenuta nella sua abitazione il giorno successivo all’omicidio, il 25 settembre. L’uomo, che aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale di Garzeno, è stato trovato in uno stato inquietante, con ferite da arma da taglio che interessavano il collo e l’addome. Montini, vedovo e padre di due figli, viveva da solo in una piccola frazione nota per la sua tranquillità, dove gestiva un negozio di alimentari.
Il tragico evento si è verificato in un contesto di apparente normalità, caratterizzato da una vita quotidiana nel piccolo centro montano. La comunità di Catasco, colpita dall’accaduto, ha mostrato il suo disappunto per la violenza che ha colpito uno dei suoi membri più rispettati. A dare l’allerta delle autorità è stato un fornaio del paese, che ha notato la chiusura del negozio di Montini e ha deciso di recarsi nella sua abitazione per sincerarsi della sua situazione.
L’interrogatorio di un minorenne a Como rappresenta un passo significativo nell’inchiesta riguardante il delitto di Montini. Le indagini sono state intensificate in seguito al prelievo di Dna effettuato a tappeto tra i residenti di Catasco, un metodo investigativo già utilizzato in casi noti come quello di Yara Gambirasio e, più recentemente, in relazione all’omicidio di Sharon Verzeni. Questo approccio innovativo può rivelarsi cruciale nel tentativo di trovare elementi di collegamento tra il sospettato e il luogo del crimine.
La decisione di procedere con il prelievo di Dna ha suscitato l’attenzione non solo delle autorità, ma anche della popolazione locale, consapevole della gravità della situazione. Sono state raccolte numerose campioni, con l’obiettivo di scoprire tracce biologiche che possano fornire indizi utili per chiarire le circostanze della morte di Montini. Questo tipo di metodo, benché invasivo, è previsto dalla legge quando vi è il sospetto che si sia verificato un reato di grave entità.
L’omicidio di Candido Montini non è solo un fatto di cronaca, ma segna un punto di rottura nella serenità di una comunità tradizionalmente pacifica come Catasco. Lavoratori, commercianti e abitanti locali si sono uniti per esprimere il loro cordoglio e solidarietà verso la famiglia della vittima, sottolineando la necessità di una maggiore sicurezza nel territorio. La figura di Montini, non solo come commerciante ma anche come persona attiva nella vita civile del paese, lascia un vuoto difficile da colmare.
Nel corso delle indagini, è emerso che l’ex consigliere comunale era benvoluto dai suoi concittadini e la sua morte ha sollevato interrogativi molto più ampi sulla sicurezza e sul senso di inviolabilità degli spazi abitativi. La piccola frazione di Garzeno, fino a quel momento considerata un luogo protetto, si trova ora a dover affrontare il trauma di un evento violento inusuale, che ha scosso le coscienze e portato i residenti a riflettere sull’importanza della comunità nella prevenzione e nella risposta a crimini di questo tipo.
La comunità di Catasco continua a seguire con apprensione gli sviluppi delle indagini, auspicando che la verità emerga il prima possibile affinché giustizia possa essere fatta in memoria di un uomo che ha dato tanto alla sua città.