L’indagine della DDA di Palermo si concentra su nuove figure legate a Matteo Messina Denaro, il noto boss mafioso arrestato nel gennaio 2023. Al centro dell’operazione vi è un oculista palermitano, Antonino Pioppo, accusato di favoreggiamento personale aggravato. Questo caso evidenzia ulteriormente la rete di protezione attorno al latitante, rivelando relazioni preoccupanti tra professionisti della salute e criminalità organizzata. Da tempo la procura studia i legami tra Messina Denaro e i suoi sostenitori, e ora emerge un nuovo tassello di questa intricata storia.
Le perquisizioni negli ospedali e lo studio del medico
Dopo il ritrovamento di due ricette mediche firmate dall’oculista nel covo di Messina Denaro a Campobello di Mazara, le autorità giudiziarie hanno avviato una serie di accertamenti. I documenti sono stati scoperti dai carabinieri dopo l’arresto del boss, avvenuto il 16 gennaio 2023. Le ricette firmate dal primario dell’Ospedale Civico di Palermo rivelano un legame diretto tra il noto medico e il mafioso.
In una serie di azioni mirate, gli agenti della Sezione investigativa del Servizio Centrale Operativo hanno già effettuato perquisizioni presso lo studio di Antonino Pioppo e nelle due strutture ospedaliere in cui ha lavorato. Queste operazioni non si limitano alla ricerca di documenti, ma mirano a gettare luce sulle modalità di interazione tra il medico e il suo paziente, noto per il suo lungo periodo di latitanza.
Le dichiarazioni dell’oculista e il suo ruolo
Il 69enne oculista ha ribadito agli inquirenti di non essere a conoscenza dell’identità del suo paziente. “Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro”, ha più volte dichiarato durante gli interrogatori. La posizione di Pioppo si complica ulteriormente alla luce delle evidenze raccolte dagli investigatori, i quali ritengono che il medico fosse al corrente, almeno in parte, della vera identità del mafioso.
L’indagine ha portato alla luce indizi che suggeriscono come l’oculista avesse ricevuto informazioni sull’allora latitante e sia stato complice nel fornire assistenze mediche. Il ventaglio di visite effettuate dal professionista al boss ha spinto la DDA a considerare il suo coinvolgimento come un possibile supporto alla rete di fiancheggiatori di Messina Denaro, che godeva di un ampio apparato di protezione.
La significativa rete di fiancheggiatori
Il collegamento tra il medico e Messina Denaro è solo uno degli elementi di una rete di sostegno che avrebbe garantito al boss di operare nell’ombra per anni. Innumerevoli sono le figure emerse nei dossier investigativi, appartenenti a vari settori, dall’imprenditoria alla medicina, compresi quelli che avrebbero fornito assistenza alle sue esigenze quotidiane. La mafia si è storicamente infiltrata in molteplici aspetti della vita sociale e professionale siciliana, e la scoperta di legami tra misure sanitarie e criminalità ha hotspot di preoccupazione.
L’indagine rappresenta un ulteriore passo nel tentativo delle autorità di isolare e punire coloro che offrono supporto materiale o morale ai capi mafiosi. Specie in un contesto come quello siciliano, dove il passato di alleanze tra istituzioni e criminalità storicamente ha fruttato rapporti ambigui e compromessi, la distinzione tra le varie interazioni quotidiane e quelle illecite continua a essere al centro della lotta contro Cosa Nostra.
Oggi, la situazione si evolverà nei prossimi giorni con ulteriori sviluppi attesi dall’inchiesta, mentre si attende di conoscere le decisioni che la DDA prenderà nei confronti dell’oculista.