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Il vescovo di Ferrara contro il Cpr: “No a una città carcere” – Tutte le informazioni sulle posizioni del vescovo di Ferrara riguardo al Centro di Permanenza per il Rimpatrio e la sua opposizione a una città carcere.
Guerra Israele Hamas: Ultime Notizie Oggi 12 Novembre

Il vescovo di Ferrara contro il Cpr: “No a una città carcere” – Tutte le informazioni sulle posizioni del vescovo di Ferrara riguardo al Centro di Permanenza per il Rimpatrio e la sua opposizione a una città carcere.

Molta gente partecipa, davanti al Cpr di Pozzallo (Ragusa), alla manifestazione organizzata dalla Cgil e da numerose associazioni per chiedere la chiusura dei "Centri di permanenza per i rimpatri" e nuove e diverse politiche dell'immigrazione con la garanzia del diritto d'asilo e il rispetto dei diritti umani, 28 ottobre 2023. ANSA/GIANFRANCO DI MARTINO Many people participate the event organized by the CGIL and numerous associations to ask for the closure of the "Detention Centers for repatriation" and new and different immigration policies with the guarantee of the right of asylum and respect for human rights, in front of the Cpr of Pozzallo, near Ragusa, Italy, 28 October 2023. ANSA/GIANFRANCO DI MARTINO

Il vescovo di Ferrara e Comacchio, Gian Carlo Perego, presidente della fondazione Migrantes della Cei, ha espresso la sua contrarietà all’ipotesi di creare un Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) nella zona dell’ex aeroporto, dove attualmente sono in corso delle valutazioni.

Ferrara: una scelta incomprensibile

Secondo Perego, la scelta di Ferrara per ospitare un Cpr è incomprensibile. Infatti, Ferrara è la provincia con meno immigrati e meno espulsioni di tutta la regione Emilia-Romagna. Inoltre, la città già dispone di un carcere, che comprende anche detenuti per reati di mafia. Ferrara è anche una città che sta affrontando difficoltà economiche maggiori rispetto alle altre province dell’Emilia-Romagna. Inoltre, non ha un porto importante sull’Adriatico. Pertanto, il vescovo si chiede quale sia il motivo di creare un Cpr proprio a Ferrara.

Una città aperta e inclusiva

Perego ipotizza che questa scelta possa essere dovuta alla volontà di Ferrara di allinearsi con la politica migratoria del governo di Salvini e Piantedosi. Tuttavia, egli sostiene che sarebbe più opportuno sviluppare l’idea di una città aperta e inclusiva anziché quella di una “città carcere”. Ferrara avrebbe bisogno di luoghi di aggregazione per i giovani, come un Auditorium per ospitare eventi nazionali, e di altri collegi universitari di eccellenza. Inoltre, sarebbe necessario creare più alloggi per i migranti lavoratori e le loro famiglie, nonché per i rifugiati. Sarebbe importante promuovere progetti di integrazione e rispondere alla crescente richiesta di lavoratori stagionali e permanenti nel settore agricolo, nonché di camerieri per gli alberghi della città e dei Lidi, e di operai e artigiani. Infine, Perego sottolinea che, in un momento in cui molte persone sono costrette a fuggire dalle guerre, Ferrara dovrebbe essere una città che accoglie e protegge i rifugiati e i richiedenti asilo.

In conclusione, il vescovo di Ferrara si oppone all’idea di creare un Cpr nella città, sostenendo che il futuro di Ferrara dovrebbe essere quello di una città aperta, inclusiva e accogliente per tutti coloro che provengono da altre città italiane o europee e da altri Paesi del mondo.