Dimenticate le località tradizionali come Narni, Foligno o Rieti. Secondo un recente studio del geografo perugino Giuseppe Angeletti, il vero centro geografico d’Italia è situato a Roma, precisamente in via Marcio Rutilio, nel quartiere Torre Spaccata, nella parte est della Capitale. Questa scoperta, rilanciata da un video virale dell’agenzia immobiliare Homeplace Group, ha generato un acceso dibattito sul suo significato simbolico e geografico: un’area che, a prima vista, sembra marginale, diventa il baricentro della nazione.
Il calcolo baricentrico di Angeletti
Il professor Angeletti ha impiegato un calcolo baricentrico per identificare il centro esatto della Penisola, considerando l’intero territorio nazionale, comprese le isole maggiori come Sicilia e Sardegna. Questo approccio va oltre il tradizionale centro “immaginario” legato esclusivamente all’Italia continentale, basandosi su un’analisi geografica rigorosa, supportata da criteri matematici e geodetici.
La ricerca di Angeletti, laureato in Geografia e autore di numerosi studi territoriali, ha rivelato la morfologia del territorio italiano. Applicando il principio del baricentro — il punto di equilibrio di una figura geometrica — alla sagoma dell’Italia e utilizzando strumenti GIS (Geographic Information System), è riuscito a localizzare questo punto proprio in una via del quadrante est romano.
Non è la prima volta che si cerca di definire il “vero” centro d’Italia. In passato, località come Rieti, Narni e Foligno si erano autoproclamate “ombelico” della Penisola, ma i criteri utilizzati variavano da quelli geografici a quelli storici o simbolici. L’elemento innovativo della ricerca di Angeletti è l’inclusione delle isole maggiori nel calcolo complessivo, un aspetto che ha spostato il centro ideale verso sud-ovest, fino a Roma.
Torre Spaccata: da periferia a centro simbolico
Cosa significa, dunque, che il centro d’Italia si trovi a Torre Spaccata? Questo quartiere, sviluppatosi tra gli anni Cinquanta e Sessanta come zona residenziale popolare, è spesso associato a una visione marginale della città. Situato tra la Casilina e la Tuscolana, Torre Spaccata ha attraversato una storia urbana complessa, caratterizzata da speculazione edilizia, carenza di servizi e tentativi di rigenerazione più recenti.
Negli ultimi anni, il quartiere ha cominciato a riscoprire la propria identità grazie a interventi di riqualificazione, alla presenza di associazioni attive sul territorio e alla linea C della metropolitana, che ha migliorato i collegamenti con il resto della città. La scoperta che il “cuore” geografico del Paese si trovi qui ha un valore che va oltre il simbolico: ridisegna la mappa mentale delle periferie, spesso considerate solo come margini e mai come centri.
In un’epoca in cui si parla molto di rigenerazione urbana e giustizia spaziale, questa scoperta potrebbe rappresentare un’opportunità narrativa. La periferia non è solo un luogo di disuguaglianza, ma può diventare un fulcro di nuova centralità, sia fisica che sociale. Torre Spaccata emerge così come un caso emblematico, dove la geografia si intreccia con le politiche urbane e la necessità di superare il tradizionale dualismo tra centro e periferia.
Un’occasione da valorizzare?
Resta da vedere se questa notizia si trasformerà in una semplice curiosità virale sui social media o se potrà essere utilizzata come spunto per una valorizzazione concreta del quartiere. Potrebbe, ad esempio, sorgere un punto informativo, una targa simbolica o un percorso urbano per raccontare questa nuova “centralità”.
Nel frattempo, Torre Spaccata può vantare un primato inaspettato: essere considerato il punto più centrale d’Italia, almeno dal punto di vista geografico. Una rivincita silenziosa, ma potente, per un quartiere spesso trascurato, che oggi si trova al centro di una nuova narrazione.