Nella cornice prestigiosa del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, si è svolta la cerimonia di premiazione della XXI edizione del Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year. Un evento che ha messo in luce l’importanza crescente della Value Creation nel settore del private equity, un concetto fondamentale che sta evolvendo in risposta alle sfide attuali del mercato. Michele D’Angelo, leader del settore Value Creation di EY Italia, ha fornito spunti preziosi sul tema, sottolineando come le metodologie di creazione di valore stiano cambiando.
Che cos’è la Value Creation nel private equity?
La Value Creation rappresenta un insieme di strategie e operazioni messe in atto dai fondi di private equity per incrementare il valore delle aziende in portafoglio durante il periodo di possesso. Si tratta di un processo dinamico che si adatta alle condizioni economiche mutevoli e alle necessità specifiche delle imprese a cui viene applicato. Michele D’Angelo ha messo in evidenza che, negli ultimi due anni, il settore ha dovuto affrontare sfide consistenti. Problemi come le disfunzioni nella catena di approvvigionamento, un contesto macroeconomico instabile, il crescente costo del debito e i multipli di valore volatili hanno spinto i professionisti del settore a ridefinire le proprie strategie.
In passato, l’accesso a leva finanziaria era uno degli strumenti principali per creare valore. Attualmente, l’approccio sta subendo una trasformazione: l’attenzione si sposta verso il miglioramento operativo e l’innovazione. Questo cambiamento non solo riflette le dinamiche del mercato, ma mette in evidenza anche la resilienza delle aziende nel saper rispondere a queste sfide.
L’evoluzione delle strategie di creazione valore
In un contesto così sfidante, D’Angelo ha evidenziato come il metodo di Value Creation si stia sviluppando. “Il nostro approccio a questa materia si è evoluto,” ha dichiarato il leader di EY. “Siamo andati oltre le tradizionali metodologie legate all’ottimizzazione delle operazioni. Ora ci occupiamo di integrare gli aspetti tecnologici e quelli legati all’intelligenza artificiale.” Questa evoluzione consente di affrontare le difficoltà odierne in maniera più strategica e efficientemente.
Tra le metodologie tradizionali per il miglioramento operativo vi sono innovazioni nel manufacturing, nella catena di fornitura, negli acquisti e nelle politiche di pricing. Tuttavia, l’aggiunta di tecnologie emergenti consente di esplorare nuove strade per la creazione di valore. L’adozione dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione non è più solo un’opzione ma diventa parte integrante della strategia di investimento, contribuendo a migliorare l’efficacia delle operazioni e delle decisioni aziendali.
Il nuovo approccio ESG e la creazione di valore
Un ulteriore aspetto fondamentale emerso dalle dichiarazioni di D’Angelo riguarda l’approccio agli ESG . Negli ultimi anni, l’attenzione verso questi temi è aumentata notevolmente, trasformando l’ESG da un semplice obbligo normativo a una leva strategica per la creazione di valore. “In EY, abbiamo osservato come sia diventato un fattore essenziale da integrare nei nostri processi formativi,” ha affermato D’Angelo.
Gestire efficacemente le questioni legate agli ESG non solo migliora la reputazione di un’azienda, ma può anche influenzare positivamente la performance finanziaria. Gli investitori sono sempre più orientati verso aziende che dimostrano un impegno genuino verso pratiche sostenibili e responsabili. La capacità di una portfolio company di soddisfare questi criteri può risultare determinante nelle scelte strategiche di investimento da parte degli operatori di private equity.
Il Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year ha rappresentato quindi non solo un riconoscimento per chi opera nel settore, ma anche un’occasione per riflettere sulle trasformazioni in atto. La crescente complessità del mercato e le sfide emergenti stanno conducendo a una ridefinizione delle strategie di valore, ponendo le basi per un futuro dove innovazione e sostenibilità saranno al centro delle decisioni aziendali.