Il peso dell’informazione e del consenso in Israele e Ucraina: un’analisi dettagliata

Ventuno mesi dall’invasione russa, ora Kiev è più sola

Sono trascorsi 21 mesi dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Quella che inizialmente sembrava una guerra breve e una controffensiva massiccia si è trasformata in un conflitto di logoramento. La propaganda da un lato e la difesa della democrazia dall’altro si sono scontrate duramente, ma hanno anche eroso l’attenzione del mondo, che si è gradualmente abituato alle morti e alla distruzione. L’apertura di un “nuovo” conflitto con l’offensiva di Hamas nel territorio israeliano lo scorso 7 ottobre ha poi aperto un nuovo capitolo, lasciando Kiev sempre più isolata nella sua resistenza.

Un mese e due settimane dall’attacco di Hamas, Gaza terra di nessuno

L’attenzione del mondo si è spostata verso il Medio Oriente, insieme a una parte dei finanziamenti occidentali. In particolare, gli sforzi degli Stati Uniti sono stati concentrati nel cercare una soluzione per evitare che il conflitto tra Hamas e Israele si estendesse all’intera regione. Le emozioni contrastanti, prima per l’azione terroristica disumana del 7 ottobre e poi per le conseguenze sulla popolazione della reazione israeliana a Gaza, hanno sostituito gli orrori di Bucha. Oggi Gaza è diventata ancora di più una terra di nessuno, dove il numero di morti e la sofferenza dei civili hanno raggiunto proporzioni impensabili. La prospettiva per Israele, sia in termini di strategia che di sicurezza futura, è ancora incerta.

Il tratto in comune: l’incertezza rimane la prospettiva

C’è un elemento comune tra le due guerre: l’incertezza sulle prospettive future. Al momento, è difficile immaginare una soluzione che non comporti un conflitto senza fine, sia in Ucraina che a Gaza. L’informazione, le informazioni e il consenso rimangono variabili che potrebbero influire sulle dinamiche, ma è impossibile prevedere quando e come avverrà.

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