Il mondo del lavoro offre oggi scenari complessi per le donne, spesso caratterizzati da incertezze e discontinuità che influenzano notevolmente la loro carriera. Questo tema è stato al centro del dibattito tenutosi a Roma, nell’ambito dell’incontro ‘Essere genitori oggi, tra scienza e welfare’, con la partecipazione di Chiara Tenerini, membro della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera. L’evento ha messo in evidenza la necessità di un cambio di paradigma che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche le aziende e i sindacati per affrontare l’inverno demografico e le sfide legate alla maternità e al congedo parentale.
Le donne si trovano ad affrontare un panorama lavorativo dove la discontinuità è una costante. Chiara Tenerini ha sottolineato quanto sia difficile per le mamme pianificare la propria carriera, con una serie di interrogativi legati a quando e come rientrare nel mercato del lavoro. “Essere bravi legislatori non basta,” ha dichiarato Tenerini, “le aziende devono essere parte attiva nella creazione di un ambiente lavorativo più inclusivo.” Le trasformazioni sociali richiedono quindi una sinergia tra il mondo aziendale e quello politico per restituire fiducia ai giovani e migliorare la sostenibilità del sistema Paese.
I dati attuali indicano una percezione del lavoro da parte dei giovani sempre più sfidante, alimentata da un inverno demografico che impatta negativamente sul welfare. Una visione che prevede azioni legislative più incisive, puntando a incentivare non solo l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, ma anche a migliorare il supporto per chi desidera avviare una vita familiare. La legislazione recente ha portato alla luce misure utili, come il bonus bebè, che dimostra l’interesse del governo nel sostenere le nuove famiglie, sebbene resti da affrontare un cambiamento culturale profondo.
Il congedo parentale sta vivendo un processo di ampliamento, come evidenziato da Tenerini. Con la recente modifica del congedo, genitori, sia madri che padri, possono godere di tre mesi aggiuntivi retribuiti all’80%. Queste misure rappresentano importanti segnali di ascolto da parte del governo, seppure la situazione non possa ancora ritenersi soddisfacente. In Europa esistono modelli che offrono una ripartizione diversa dei congedi, permettendo così una maggiore equità nella gestione delle responsabilità familiari.
Lo scenario attuale per i genitori è complicato dalla mancanza di strutture adeguate come gli asili nido, fondamentali, soprattutto nei primi anni di vita. “Ci sono territori dove l’accesso a tali strutture è limitato,” ha avvertito Tenerini. Una considerevole attenzione deve essere rivolta a garantire un sistema di assistenza adeguato, in modo tale che ogni famiglia possa ricevere il supporto necessario. Senza questo, il rischio è che le donne continuino a trovarsi in svantaggio, legate ai carichi familiari e ai vincoli lavorativi.
Affrontare il problema della disparità di genere richiede un cambiamento culturale significativo. Chiara Tenerini ha messo in evidenza che il carico familiare continua a gravare per la maggior parte sulle donne, sia durante la maternità che nella cura degli anziani. Questo equilibrio sbilanciato non solo limita le loro opportunità lavorative, ma crea anche un clima di insoddisfazione e frustrazione. Sono necessarie politiche attive che incentivino una reale condivisione delle responsabilità tra i genitori, facilitando così l’inserimento e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro.
Per promuovere una vera parità di genere, è essenziale partire dalle basi, come la formazione nelle scuole. Educare le nuove generazioni riguardo l’importanza della diversità e dell’uguaglianza nei diversi ambiti, comprese le materie STEM, potrebbe aprire nuovi orizzonti. Investire nella formazione dei giovani e promuovere consapevolezza fin dai primi anni è un passo fondamentale per colmare il divario che ancora oggi si riscontra nelle carriere femminili.
La transizione digitale in corso, accompagnata dall’innovazione tecnologica, ha bisogno della partecipazione attiva delle donne, che non possono restare escluse da questo cambiamento. La proposta di garantire opportunità lavorative alle donne, specialmente a quelle con figli, rappresenta una strategia chiave per affrontare efficacemente il problema della denatalità. Le politiche attive del lavoro, come la decontribuzione per l’assunzione di madri disoccupate, sono una delle azioni necessarie per rafforzare il loro inserimento nel mercato.
Assieme agli incentivi economici, c’è bisogno di una maggiore consapevolezza rispetto al ruolo delle donne nell’economia. Le aziende devono riconoscere il valore che le donne possono apportare, non solo per incrementare la dimensione sociale delle proprie operazioni, ma anche per attrarre e mantenere talenti nel lungo periodo. Il successo di queste misure dipende dalla volontà di modificare un sistema che spesso si mostra poco attento alle esigenze di chi è genitore e lavora, un compito non semplice ma certamente necessario.