Il drammatico racconto dei soccorritori: “L’impatto devastante in mare”

Italian military personnel disembark from a boat carrying the bodies of African migrants killed in a shipwreck off the Italian coast lie in Lampedusa harbour on October 7, 2013 in Lampedusa, Italy. The search for bodies continues off the coast of Southern Italy as the death toll of African migrants who drowned as they tried to reach the island of Lampedusa is expected to reach over 300 people. The tragedy has bought fresh questions over the thousands of asylum seekers that arrive into Europe by boat each year. ANSA / CORRADO LANNINO

A Lampedusa (Agrigento), il corpo di un uomo, o forse un ragazzo, viene avvistato dal pattugliatore Vega in mare. Le braccia sono spalancate e le gambe piegate in modo innaturale. L’elicottero AB 212 della Marina militare è il primo a raggiungere il luogo della tragedia. La nave militare si trovava a circa 25 miglia di distanza quando è stata contattata dalla Capitaneria di porto di Palermo per intervenire in un naufragio. Il barcone è affondato a circa mezzo miglio a sud dell’isola dei Conigli. Il pilota dell’elicottero ha coordinato l’azione dei mezzi di soccorso, indicando la posizione dei naufraghi disseminati su un’ampia zona. I soccorritori sono arrivati immediatamente e sono stati salvati 155 naufraghi. Purtroppo, si teme che non ci siano altre speranze di trovare sopravvissuti. I superstiti vengono portati sulla banchina del porto, dove vengono trattati e i corpi dei defunti vengono composti. Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, e il prete don Stefano Nastasi sono visibilmente scossi dalla situazione. Il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Pietro Bartolo, afferma che in tutti i suoi anni di lavoro non ha mai visto niente di simile. Gli abitanti di Lampedusa cercano di aiutare nelle operazioni di soccorso, inclusi i pescatori che sono arrivati per primi sul luogo dell’incidente. Francesco Colapinto, un pescatore a bordo dell’Angela C., racconta che hanno recuperato 18 persone vive e 2 morti prima dell’arrivo delle motovedette. L’orrore della tragedia è ancora visibile sul suo volto.

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