Il 70% delle donne operate al seno sostiene costi per le cure, mentre il 30% è preoccupato per la propria carriera. Scopri di più sulle sfide post-operatorie
A Roma, un recente sondaggio condotto da Andos e Crea Sanità ha messo in evidenza una situazione preoccupante per le donne affette da tumore al seno. Il report, presentato in conferenza stampa, ha rivelato che il 38% delle pazienti vive una vera e propria tossicità finanziaria, ovvero le difficoltà economiche derivanti dalla malattia e dai trattamenti. Le intervistate hanno dichiarato di dover ridurre le spese per attività ricreative, come vacanze e ristoranti, con il 32,1% che ha dovuto rinunciare anche a beni essenziali come il cibo. Inoltre, il 20,7% ha dovuto attingere ai propri risparmi per coprire i costi sanitari.
La situazione è particolarmente grave per oltre il 70% delle pazienti, che sostengono spese private per il percorso di cura, con un costo medio annuo di 1.665,8 euro. Questo fenomeno è più accentuato tra le donne residenti nel Centro e nel Sud Italia, in particolare tra le più giovani e quelle con una diagnosi recente. La qualità della vita di queste donne è compromessa: il 10,6% di esse vive un forte senso di solitudine, mentre il 16,2% ha difficoltà nelle relazioni sociali.
Le ansie non si fermano qui. Quasi il 30% delle intervistate teme di perdere il lavoro a causa della malattia, e il 42,9% delle donne sotto i 40 anni si sente influenzato nella decisione di avere figli. Le principali fonti di sostegno rimangono la famiglia e gli amici, mentre l’ambiente lavorativo risulta meno presente, con quasi la metà delle donne (il 49,7%) che non riceve supporto adeguato da strumenti di welfare aziendale.
Il sondaggio ha coinvolto 585 pazienti e ha evidenziato che il 13,2% di coloro che lavorano o studiano ha dovuto cambiare lavoro o percorso a causa della malattia. Il 27% ha dovuto acquisire nuove competenze e il 40,5% ha ridotto le ore lavorative. Queste problematiche sono particolarmente evidenti nel Sud e nelle Isole.
Il professor Federico Spandonaro, presidente del comitato scientifico di Crea Sanità, ha sottolineato che oltre il 70% delle pazienti ha dovuto affrontare spese private, con una spesa media che varia notevolmente a seconda della regione. Nel Sud e nelle Isole, le donne spendono in media 4.129,7 euro, mentre nel Nord-Est la cifra scende a 614 euro. Farmaci e visite specialistiche rappresentano oltre la metà delle spese sostenute privatamente.
Le donne devono anche far fronte a spese per protesi e ausili, come parrucche e reggiseni post-operatori, acquistati rispettivamente dal 39,9% e dal 73,8% delle intervistate. Inoltre, il 36,4% lamenta la lontananza dai centri di cura e il 32,1% i costi di trasporto per raggiungerli, percorrendo in media 43 km per ogni visita.
Flori Degrassi, presidente di Andos, ha evidenziato l’importanza del supporto psicologico, che solo il 51,5% delle pazienti ha ricevuto. La figura dell’oncologo emerge come un punto di riferimento per oltre due terzi delle donne, mentre il chirurgo e il medico di medicina generale seguono a distanza. Tuttavia, il contatto tra il medico di riferimento e il medico di famiglia risulta insufficiente, evidenziando la necessità di migliorare la comunicazione tra i professionisti della salute.
Barbara Polistena, direttore scientifico di Crea Sanità, ha aggiunto che le pazienti più giovani sono quelle che soffrono maggiormente di isolamento e timore del giudizio altrui. Questi dati pongono l’accento sulla complessità del percorso di cura e sull’importanza di un approccio integrato che consideri non solo gli aspetti clinici, ma anche quelli psicologici e sociali.