Il 7 ottobre 2023 è una data che segna una tragica svolta nella storia recente di Israele, quando un massacro orchestrato da Hamas ha scosso profondamente il paese. “7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo” è il libro di Sharon Nizza che offre una narrazione cruda e minuziosa di quel fatidico giorno, presentato recentemente presso lo Spazio Mastai al Palazzo dell’Informazione dell’Adnkronos. L’editorialista Maurizio Molinari ha descritto l’opera come un’importante testimonianza, essenziale affinché le future generazioni possano comprendere la gravità di quanto accaduto.
La presentazione del libro ha visto la partecipazione di diverse figure di spicco, tra cui il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e vari membri della Comunità ebraica romana. Durante l’evento, sono stati letti passaggi significativi dell’opera, evidenziando l’importanza di una cronaca che racconta la realtà del massacro senza correzioni emotive, come ha affermato la scrittrice Cinzia Leone. La narrazione è intesa a mantenere viva la memoria di un evento che non può essere dimenticato.
Il libro fa riferimento anche a eventi significativi occorsi il giorno prima, come il Nova Festival nel deserto del Negev, che secondo Giorgio Rutelli ha contribuito a salvaguardare le comunità del nord di Israele da attacchi imminenti da parte di Hamas. La narrazione dettagliata di Nizza non si limita a descrivere gli eventi, ma cerca di ricostruire il contesto in cui si sono verificati, offrendo una visione d’insieme utile per una comprensione più profonda del conflitto in corso.
Il libro di Sharon Nizza documenta gli eventi minuto per minuto, un’impresa che ha catturato l’attenzione del pubblico presente. Tra le testimonianze raccolte ci sono quelle del drammatico incontro tra Yuval Bitton e Yahya Sinwar, capo di Hamas. Bitton ha rivelato come la sua interazione con Sinwar, avvenuta durante gli anni di detenzione nel carcere di Nafha, gli abbia permesso di prevedere l’imminente attacco. La narrazione di Nizza evidenzia come l’errore di sottovalutare le intenzioni di Hamas abbia avuto conseguenze devastanti.
Un punto cruciale sollevato da Nizza è l’incapacità delle forze israeliane di interpretare correttamente i segnali premonitori di un attacco. Le informazioni raccolte sull’operatività di Hamas venivano filtrate attraverso una lente di ottimismo, che non ha tenuto conto del tempo di tensione accumulata. L’attenzione verso le tecnologie di sorveglianza, piuttosto che sulle informazioni umane, ha portato a una grave sottovalutazione delle reali intenzioni nemiche.
L’autrice ha sottolineato anche il terribile bilancio dell’8 ottobre: oltre 6000 infiltrati a sud di Israele, con un numero significativo di combattenti di Hamas, un dato che riflette la preparazione strategica del gruppo militante. La scelta di Israele di non rendere pubblici i dettagli più cruenti è stata giustificata da Nizza come un modo per preservare la dignità delle vittime e per mantenere una certa immagine di resilienza.
Uno degli elementi più controversi del conflitto è la divisione interna tra le popolazioni locali, con oltre l’80% dei palestinesi di Gaza contrari a Hamas, come sottolineato da Yuval Bitton. Il libro mette in evidenza quanto sia complesso il panorama politico e sociale in cui si sta sviluppando il conflitto. Molinari, durante la presentazione, ha fatto un parallelo con il regime nazista in Germania, impiegando l’analogia per interrogarsi su come si potrebbe evolvere la situazione a Gaza ora che Hamas ha subito perdite significative della sua leadership.
Entrambe le parti sembrano essere in una fase di transizione, in cui si dovranno affrontare le nuove realtà post-conflitto. Gli Accordi di Abramo, in particolare, sono stati citati come un potenziale punto di unità, specialmente in relazione alla minaccia percepita dall’Iran, che continua a sostenere le organizzazioni militanti. La rilevanza delle alleanze regionali e degli equilibri di potere è un tema che Nizza ed altri esperti continuano a seguire con attenzione.
La questione rimane quindi aperta: chi guiderà la Striscia di Gaza in futuro? E come si ricostruiranno le relazioni tra le diverse fazioni? L’analisi della situazione non può considerarsi conclusa, ma il resoconto minuzioso offerto da “7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo” servirà a stimolare riflessioni e dibattiti su quanto accaduto e su ciò che verrà.