I futuri centri di permanenza e rimpatrio: questione di competenze tra governo e Regioni

L’emendamento del governo sul decreto Sud che crea i Centri per la permanenza ed il rimpatrio è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Questo emendamento svela che il governo non darà agli Enti Locali alcuna possibilità di concertare i luoghi in cui verranno istituiti questi centri, dichiarandoli invece “opere di interesse nazionale”. Questa decisione ha causato lamentele da parte dei governatori, ma l’esecutivo ha garantito 20 milioni di euro al ministero della Difesa per sistemare vecchie caserme o aree dismesse attraverso il Genio Militare. Tuttavia, rimane ancora da risolvere il problema dei luoghi in cui verranno creati i nuovi Cpr. Attualmente, c’è solo un centro a Ventimiglia, ma il governo ha annunciato che ci saranno in totale 21 centri, uno per ogni regione. Secondo quanto riportato da La Stampa, questi centri dovranno trattenere i migranti irregolari per 18 mesi, con possibilità di proroghe trimestrali che devono essere convalidate dal giudice su richiesta del questore. Il trattenimento potrà essere prolungato se ci sono difficoltà nel determinare la nazionalità e l’identità del migrante o nel ottenere i titoli di viaggio. Inoltre, la durata massima del trattenimento potrà essere applicata se il migrante non collabora o se i paesi terzi ritardano nell’invio della documentazione. Il governo spera che l’idea di rimanere rinchiusi per così tanto tempo dissuada i migranti dall’opporsi. Al momento, ci sono dieci Centri per la permanenza ed il rimpatrio in funzione in otto regioni italiane. La mappa dei nuovi centri, come riportato dal Corriere della Sera, prevede che il primo centro sarà a Ventimiglia. Molti altri luoghi sono stati presi in considerazione, come Pescia, Coltano e Prato in Toscana, o Modena e Bologna in Emilia-Romagna. Anche Crotone, Pescara e l’Aquila, San Giuliano di Puglia, Falconara Marittima e Caserta sono stati presi in considerazione come possibili luoghi per i nuovi centri. In Veneto, invece, sono stati effettuati ispezioni in aree vicino a Venezia, Treviso e Verona.

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