Manifestazione a Tel Aviv per gli ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas
Ieri si è svolta a Tel Aviv una manifestazione organizzata dalle famiglie degli oltre 200 ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas da oltre un mese. Durante la manifestazione, le famiglie hanno chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e al suo governo di fare di più per riportare i loro cari a casa. Hanno anche chiesto alla comunità internazionale e alla Croce Rossa di fornire assistenza medica agli ostaggi, come fanno per Hamas. All’evento era presente anche l’ex presidente israeliano Reuven Rivlin.
Le famiglie hanno dichiarato che il governo israeliano deve rispettare il contratto fondamentale che è stato infranto e riportare i loro familiari a casa. Hanno sottolineato che 239 persone innocenti sono state rapite e che hanno perso ogni contatto con loro. Hanno chiesto perché la Croce Rossa e le organizzazioni per i diritti umani non hanno chiesto di vedere le condizioni dei bambini rapiti.
Le famiglie degli ostaggi hanno sottolineato che i loro cari sono ancora vivi e che non si fermeranno finché non torneranno a casa. Hanno chiesto al primo ministro di rispettare il contratto fondamentale che ha con i cittadini israeliani e di agire per liberare gli ostaggi.
L’ex presidente Rivlin si è unito alle famiglie nella richiesta di riportare a casa gli ostaggi e ha chiesto ai leader mondiali di ottenere informazioni e di agire per liberarli. Ha anche chiesto alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e di obbligare Hamas a permettere loro di farlo.
L’Oms perde i contatti con il suo staff all’ospedale al Shifa di Gaza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di aver perso le comunicazioni con i suoi contatti all’ospedale al Shifa nella Striscia di Gaza. L’Oms ritiene che i suoi contatti si siano uniti alle decine di migliaia di sfollati che stanno scappando dall’area a causa dei continui attacchi.
Secondo Medici Senza Frontiere, i bombardamenti costanti impediscono al personale e ai pazienti di evacuare l’ospedale a causa della scarsità di risorse. L’esercito israeliano ha ammesso gli scontri con i miliziani di Hamas nei pressi dell’ospedale, ma ha negato di aver sparato o di aver posto sotto assedio il centro medico.