Il Manchester City sta attraversando una fase di difficoltà, ma Pep Guardiola continua a proporre idee innovative che sfidano le convenzioni del gioco. Questa stagione, caratterizzata da risultati altalenanti, ha visto il tecnico catalano sperimentare una nuova tattica che coinvolge il difensore svizzero Manuel Akanji. L’allenatore ha messo a punto una strategia che sembra semplice, ma ha il potenziale di disorientare gli avversari. Questo articolo esplora la recente evoluzione del gioco del City e l’impatto della strategia di Guardiola.
In un ambiente competitivo come quello del calcio, la calma e la pazienza sono doti raramente sottovalutate, soprattutto per un allenatore dello spessore di Pep Guardiola. Nonostante il Manchester City abbia collezionato solo una vittoria nelle ultime otto partite, Guardiola continua a essere una voce di riferimento nel panorama calcistico mondiale. Negli ultimi tempi, ha introdotto soluzioni che mirano a reinventare il modo in cui la sua squadra affronta gli avversari, specialmente durante le fasi di gioco nelle quali il City deve iniziare dal basso.
La gestione della squadra è diventata un gioco di attesa. Il concetto di “prendersi un caffè” descritto da Guardiola si traduce in momenti di pausa strategica durante le azioni di gioco. Questa visione ha radici nella necessità di leggere le reazioni avversarie e di creare spazi in campo. Akanji, nel ruolo di regista, ritarda deliberatamente il gioco, creando un momento in cui gli avversari si trovano obbligati a reagire. Questo approccio non solo rende il gioco del City più imprevedibile, ma permette anche di sfruttare eventuali fragilità difensive dell’avversario.
L’idea di usare Akanji come esca è emersa come una strategia intelligente da parte di Guardiola. Nonostante il City abbia un passato glorioso caratterizzato dal cosiddetto “calcio champagne”, le situazioni di chiusura degli avversari, con barricate difensive, hanno reso necessari approcci alternativi. L’allenatore ha applicato questa tattica in modo specifico contro squadre che fanno della difesa il loro marchio di fabbrica.
Nella pratica, questa strategia si traduce in un rallentamento dell’azione. Akanji, invece di lanciare un passaggio veloce, si ferma e trattiene il pallone. Questo non è solo un gesto tecnico, ma un vero e proprio trucco mentale che ha lo scopo di confondere il pressante avversario. Durante la partita di Champions League contro lo Sparta Praga, Akanji ha addirittura offerto il pallone al portiere, due volte. Questa manovra ha l’effetto di suscitare il pressing della squadra avversaria, creando al contempo spazi liberi per un attacco improvviso e letale.
Guardiola ha chiarito che azioni come quella di Akanji servono a stimolare una riflessione più ampia sulla natura del gioco del calcio. In un contesto in cui le squadre possono pianificare lunghi tratti di gioco senza attaccare, Guardiola si interroga sulle conseguenze di un approccio che enfatizza l’inerzia. “Cosa succederebbe se facessimo così fin dal primo minuto?” Questa domanda evidenzia una strategia che punta a sfruttare il dinamismo del gioco, rendendo l’assenza di attacco un’arma a doppio taglio.
In sostanza, l’obiettivo è garantire una manovra fluida, offrendo opportunità ai compagni di squadra di approfittare degli spazi creati dalla difesa avversaria, che può essere costretta a scoprire le proprie linee. Guardiola chiarisce ai suoi giocatori che il modo corretto di affrontare squadre difensive resta un enigma, ma confrontarsi con questa realtà è necessario per garantire un attacco più efficace.
La provocazione di Guardiola, mista a un pizzico di ironia, sottolinea la complessità delle dinamiche di gioco. La sua visione non è soltanto una strategia tattica, ma un tentativo di interrogarsi su tutti gli aspetti del calcio moderno, portando i giocatori a riflettere su come attaccare e difendere in un contesto sempre più dinamico.