Grido d’allarme autori documentari: risorse scarse e impatto limitato

Un archivio digitale dove conservare e mettere a disposizione del pubblico i documentari italiani. È "Documentando", un progetto dei Documentaristi Emilia-Romagna (D.E-R), disponibile da oggi online, realizzato in collaborazione con la Regione e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Nella piattaforma on demand, per il momento, è possibile accedere gratuitamente a 160 opere realizzate da più di 60 autori. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDITORIAL US ONLY++

Il settore dei documentari in Italia lancia un appello per il sostegno finanziario

Il settore dei documentari in Italia sta affrontando una crisi finanziaria, con tagli ai finanziamenti selettivi del Mic, una riduzione degli investimenti da parte di Rai Cinema e una drastica diminuzione delle produzioni interne dell’ex Istituto Luce. Queste misure stanno mettendo a rischio la valorizzazione di un archivio unico al mondo e minando il ruolo dell’Italia come una delle istituzioni dell’audiovisivo più antiche d’Europa. In risposta a questa situazione, 100 autori hanno firmato una lettera indirizzata al governo, alla Rai e a Cinecittà, chiedendo un maggiore sostegno per il settore dei documentari.

I firmatari della lettera, tra cui Doc/it, WGI, ANAC e AIR3 – Associazione Italiana Registi, sottolineano l’importanza dei documentari come eccellenza nel mondo cinematografico e la necessità di un sistema di finanziamento stabile e virtuoso per rafforzare questo genere. Negli ultimi anni, i documentari italiani hanno ottenuto successi in prime time televisive, nelle sale cinematografiche e sulle piattaforme digitali, ricevendo anche riconoscimenti nei festival. Nonostante questi risultati, i registi ed autori lamentano un atteggiamento di poca considerazione da parte delle istituzioni italiane nei confronti dei documentari.

Un altro problema evidenziato nella lettera riguarda i costi dei documentari italiani, che rappresentano tra il 25% e il 50% del costo medio dei documentari europei. Questo significa che il totale delle risorse annuali disponibili per il documentario tra Luce e Rai Cinema non supera i 3 milioni di euro, una cifra che in altri paesi europei sarebbe sufficiente per finanziare solo 5-6 documentari. Questa scarsità di budget ha conseguenze negative sia dal punto di vista artistico che professionale.

Gli autori della lettera sottolineano anche che alcuni dei migliori documentaristi italiani hanno abbandonato il settore a causa delle difficoltà finanziarie. Vogliono che il loro appello non sia visto come una polemica vuota, ma come un contributo a un confronto necessario per la qualità della cultura italiana e per il ruolo essenziale che la conoscenza e il racconto della realtà svolgono in una democrazia evoluta.

In conclusione, il settore dei documentari in Italia sta affrontando una crisi finanziaria che mette a rischio la valorizzazione di un archivio unico al mondo. Gli autori della lettera chiedono un maggiore sostegno finanziario da parte del governo, della Rai e di Cinecittà per rafforzare il settore dei documentari, che rappresenta un’eccellenza nel mondo cinematografico. Sottolineano anche l’importanza di un confronto per garantire la qualità della cultura italiana e il ruolo essenziale dei documentari nel racconto della realtà.