Il governo Meloni ha individuato un tesoretto di circa 23,5 miliardi di euro per i prossimi tre anni, come indicato nella Nadef (nota di aggiornamento del documento di economia e finanza). Questo deficit aumentato non sarà gradito dall’Europa, ma l’esecutivo intende comunque proseguire con i piani. Nel dettaglio, si prevedono 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025.
Gli obiettivi principali della manovra riguardano l’adeguamento delle pensioni previsto per il 2024, il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti che guadagnano fino a 35.000 euro, la riduzione delle aliquote Irpef e il sostegno alle famiglie numerose. Inoltre, si prevede il mantenimento della flat tax per le partite IVA e i professionisti con ricavi inferiori a 85.000 euro e il rinnovo del contratto nel settore pubblico, con particolare attenzione alla sanità.
Per finanziare questi obiettivi e aumentare il Pil dall’1% all’1,2%, il governo conta su risorse extra. Circa 20 miliardi di euro dovrebbero provenire dalle privatizzazioni nel 2024, con la vendita di partecipazioni pubbliche che ammontano all’1% del Pil. Si prevede anche un taglio di circa 2 miliardi di euro alla spesa dei ministeri tramite una “spending review”. Questa riduzione, insieme a una diminuzione delle detrazioni fiscali, sarebbe destinata a finanziare i rinnovi contrattuali nel settore pubblico, gli investimenti pubblici e altre spese. Inoltre, si prevede di sbloccare ulteriori risorse tramite la riduzione dei sussidi alle imprese e alle famiglie per far fronte all’aumento dei costi dell’energia nel triennio.
Il governo assicura che le privatizzazioni saranno bilanciate dall’acquisizione di partecipazioni strategiche in settori come le reti di telecomunicazione. Inoltre, si sottolinea che non c’è bisogno di affrettarsi a fare cassa e che tutto si farà al momento giusto. Infine, si ritiene che gli aiuti continueranno, ma saranno mirati alle famiglie più vulnerabili.