Giuliano Amato ha ufficialmente annunciato la sua decisione di lasciare la presidenza della Commissione Algoritmi, un organismo istituito per esaminare i rischi e le opportunità legati all’intelligenza artificiale. L’ex presidente del Consiglio ha reso nota la sua scelta in un colloquio con il Corriere della Sera, poche ore dopo la conferenza stampa di inizio anno della premier Giorgia Meloni.
La nomina di Amato a capo della Commissione Algoritmi era avvenuta lo scorso ottobre, non senza suscitare l’irritazione di Meloni. La premier, in una conferenza stampa, ha espresso il suo disappunto riguardo alla commissione, sottolineando che non era stata una sua iniziativa e criticando le dichiarazioni di Amato sulla Corte Costituzionale.
Il giorno successivo alla conferenza stampa di Meloni, Giuliano Amato ha dichiarato al Corriere della Sera: “È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio, lascio senz’altro l’incarico”. Ha aggiunto che, sebbene la sua decisione comporti una perdita, semplificherà la sua vita.
La tensione tra Amato e Meloni è aumentata a seguito di un’intervista di quest’ultimo a Repubblica, in cui esprimeva dubbi e preoccupazioni per il futuro. Meloni ha attaccato Amato, affermando che le sue dichiarazioni sulla Corte Costituzionale l’hanno basita e ha ironicamente suggerito di coinvolgere intellettuali come Amato in una riforma che preveda la nomina dei giudici.
In risposta alle accuse di Meloni, Amato ha dichiarato al Corriere della Sera di non aver parlato dell’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Ha chiarito di aver sollevato il problema dell’accoglienza delle decisioni della Corte, indipendentemente da chi l’abbia eletta, e ha ribadito che in Italia non è stata la Presidente del Consiglio a sollevare questa questione.
La decisione di Amato di lasciare la Commissione Algoritmi segna un passo indietro significativo e solleva domande sul futuro della commissione stessa.