Giulia: L’inchiesta sulla misteriosa morte prima del ritrovamento nel canalone

La scoperta del corpo senza vita

Secondo le indagini condotte dalla Procura di Pordenone, Giulia Cecchettin era già morta quando è stata nascosta nella scarpata della Val Caltea, a Barcis. Il medico legale Antonello Cirnelli ha confermato che le numerose coltellate alla testa e al collo erano state inferte con grande violenza. Questo fa pensare che la ragazza fosse già deceduta quando l’ex fidanzato, Filippo Turetta, l’ha portata in spalla per centinaia di chilometri fino al luogo in cui è stata ritrovata. Inoltre, il corpo di Giulia non presentava segni di caduta o trascinamento, ma le sue mani e braccia erano segnate da numerosi tagli, segno del suo disperato tentativo di difendersi dagli attacchi.

La ricostruzione dei fatti

La procura di Venezia si occuperà di ricostruire la dinamica dell’omicidio e di effettuare tutti gli accertamenti necessari, poiché il sequestro di persona e l’omicidio sono avvenuti nel territorio di competenza della procura lagunare. Gli investigatori hanno scoperto che il percorso seguito da Turetta quella notte era poco lineare e sembrava mirare a trovare un luogo isolato per sbarazzarsi del corpo. Dopo aver percorso diversi chilometri, l’auto si è fermata in una piazzola di sosta nella Val Caltea. Qui, Turetta ha portato il corpo di Giulia per alcuni metri nel bosco e l’ha coperto con dei sacchi neri. Questo elemento fa sorgere il sospetto che l’omicidio sia stato premeditato, considerando che Turetta aveva con sé un coltello, una notevole quantità di denaro e i sacchi neri.

Un traguardo spezzato

La morte di Giulia Cecchettin ha stroncato i suoi sogni di realizzare una brillante carriera dopo la laurea. La giovane donna stava per festeggiare il suo traguardo, ma è stata vittima della mano assassina di chi diceva di amarla. La sua morte ha scosso profondamente la comunità e le indagini sono ancora in corso per fare luce su tutti i dettagli di questa tragica vicenda.

Articolo originale: ANSA