Giulia Cecchettin: l’artista di ‘le scarpe rosse’ svela la necessità di centri educativi e leggi ferree

Le scarpe rosse di Giulia: l’arte contro i femminicidi

Le scarpe rosse dell’installazione artistica ‘Zapatos Rojos’ si uniscono alla triste lista delle donne uccise, tra cui Giulia Cecchettin. L’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice delle scarpe rosse diventate simbolo della violenza contro le donne e dei femminicidi, invia un “abbraccio” alla famiglia Cecchettin. Chauvet spiega che l’obiettivo dell’installazione è stato quello di sollevare il tema dei femminicidi e della violenza di genere attraverso l’arte e le mobilitazioni sociali. Ora, però, ritiene che spetti al governo attivare un piano serio per contrastare questo fenomeno in aumento non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Secondo Chauvet, le cause di questo incremento sono molteplici. In primo luogo, ritiene che maggiore sia la consapevolezza delle donne sui propri diritti e maggiore sia la richiesta femminista, maggiore sarà la frustrazione che cresce tra gli uomini. Le autorità governative, per quanto riguarda la violenza di genere, sono ancora lontane dal prendere le misure necessarie per affrontare il problema. L’artista suggerisce di stanziare fondi specifici per campagne di sensibilizzazione e di affrontare la questione durante tutto l’anno anziché solo in seguito a tragedie come quella di Giulia. Inoltre, è importante prestare attenzione ai centri educativi, fornire informazioni e sostegno alle vittime ma anche ai carnefici, affinché possano intraprendere un percorso di riabilitazione attraverso il supporto psicologico.

Chauvet ritiene che il ruolo principale nella tutela delle donne spetti alle istituzioni. Le leggi devono essere ferree e mettere al centro l’attenzione sulla vittima fin dalla prima denuncia, restituendo loro la credibilità che troppo spesso viene messa in dubbio. Chi è chiamato a giudicare deve farlo da una prospettiva di genere, tenendo conto del cuore della questione. Inoltre, leggi e pene certe potrebbero scoraggiare futuri autori di reati simili.

L’artista messicana invia un abbraccio alla famiglia di Giulia, consapevole del dolore che stanno vivendo. Chauvet crede che la famiglia sia la cellula della società e che sia importante far loro comprendere quanto sia devastante la violenza domestica, che non rimane confinata tra le quattro mura di casa ma si diffonde e diventa un dramma che colpisce l’intera comunità.

Infine, Chauvet parla del messaggio che trasmette attraverso la sua arte e l’installazione ‘Zapatos Rojos’. La sua arte è stata una campagna permanente che ha lavorato per quattordici anni, non solo il 25 novembre e l’8 marzo. Invita tutti coloro che si interessano a questa tematica a compiere piccole azioni nel loro quotidiano, soprattutto nelle scuole e nei centri educativi, per educare e sensibilizzare i giovani sull’argomento. L’unico modo per debellare la violenza contro le donne è lavorare insieme, tutti i giorni. Come artista, Chauvet si è impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma riconosce che c’è ancora molto da fare.