Rula Jebreal: “Quante donne devono ancora essere vittime di violenza e stupro affinché il femminicidio sia considerato un’emergenza nazionale?”
La famiglia di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, sta affrontando il dramma e il dolore con coraggio. Elena Cecchettin, sorella di Giulia, si è fatta portavoce della famiglia, esprimendo il suo pensiero in modo diretto sui social e davanti alle telecamere.
Le sue parole sono state incisive e hanno suscitato discussioni e polemiche. Elena afferma che Filippo Turetta non è un mostro, ma un prodotto della società patriarcale. “Un mostro è un’eccezione alla società, una persona che si discosta dai canoni normali – sottolinea – ma lui è un prodotto sano della società patriarcale, che è permeata dalla cultura dello stupro”.
Le sue parole hanno ricevuto sia approvazione che dissenso. Paola Turci ha definito le parole di Elena “perfette”. Ma non solo lei ha commentato le affermazioni di Elena. Rula Jebreal ha scritto su Twitter: “Quante donne devono ancora essere vittime di violenza e stupro affinché il femminicidio sia considerato un’emergenza nazionale? #giuliacecchettin è il 102esimo femminicidio dall’inizio dell’anno. È necessaria una rivoluzione sociale/culturale/politica”.
Selvaggia Lucarelli ha risposto a coloro che criticavano la presenza di Elena davanti alle telecamere, dicendo: “Vedo che nella lista delle cose che vi danno fastidio nelle donne nel 2023 c’è anche il fatto che la sorella di una vittima sia presente e lucida davanti alle telecamere anziché nel tinello di casa con le serrande abbassate. Spiace”.
Elena Cecchettin ha parlato della cultura dello stupro, definendola come un insieme di azioni volte a limitare la libertà delle donne, come il controllo, la possessività e il catcalling. Ha sottolineato che si tratta di una struttura che beneficia tutti gli uomini. “Non tutti gli uomini sono cattivi, mi viene detto spesso. Ma tutti gli uomini devono stare attenti, richiamare l’amico o il collega che controlla il telefono al collega, comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio del femminicidio, che è un delitto di potere ed è un omicidio di stato”.
Secondo Elena, gli uomini devono fare un mea culpa, anche se non hanno mai fatto del male a nessuna donna. Il catcalling e le battute da spogliatoio non sono accettabili. “Fatevi un esame di coscienza e iniziate a richiamare anche i vostri amici, perché da voi deve partire questo. Noi donne possiamo imparare a difenderci, ma finché gli uomini non si rendono conto dei privilegi che hanno in questa società, non andremo da nessuna parte”, conclude la giovane di Vigonovo.
This website uses cookies.