Maxi processo “Rinascita Scott” contro la ‘ndrangheta vibonese si avvia alla conclusione
Dopo due anni e 10 mesi di udienze, il maxi processo “Rinascita Scott” contro la ‘ndrangheta vibonese e i suoi affiliati si avvia alla conclusione. L’aula bunker appositamente costruita a Lamezia Terme ha ospitato le udienze, mentre il Tribunale di Vibo Valentia, presieduto da Brigida Cavasino con Claudia Caputo e Germana Radice a latere, si prepara a leggere il dispositivo della sentenza. Gli imputati, al numero di 338, sono accusati di oltre 400 capi di imputazione, tra cui associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, detenzione illegale di armi ed esplosivi, ricettazione, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato e traffico di droga.
L’accusa chiede condanne per 322 imputati
Dopo oltre un mese di camera di consiglio, iniziata il 16 ottobre, il Tribunale di Vibo Valentia è tornato in aula per leggere il dispositivo della sentenza. L’accusa, rappresentata dall’ex procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, oggi procuratore di Napoli, e dai pm Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo, Andrea Mancuso e Andrea Buzzelli, ha invocato 322 condanne, per un totale di 4.744 anni e 10 mesi di carcere. Sono state richieste anche 13 assoluzioni e 3 nullità del decreto che dispone il giudizio.
I nomi degli imputati e le richieste di condanna
Tra gli imputati spicca il nome dell’avvocato, ex parlamentare ed ex massone Giancarlo Pittelli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio aggravato. Per lui è stata chiesta una condanna di 17 anni di reclusione. Al tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli sono stati chiesti 8 anni di reclusione, mentre per l’ex finanziere Michele Marinaro, in servizio alla Dia di Catanzaro e poi alle dipendenze della Presidenza del Consiglio nella sede di Reggio Calabria, è stata richiesta una condanna di 17 anni. L’avvocato di Vibo Valentia Francesco Stilo rischia 15 anni di reclusione, l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo 18 anni, l’ex assessore regionale Luigi Incarnato un anno e sei mesi, e l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino 20 anni.
Articolo originale:
Dopo due anni e 10 mesi di udienze, nell’aula bunker appositamente costruita a Lamezia Terme, si avvia a conclusione il maxi processo “Rinascita Scott”, istruito dalla Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta vibonese e i suoi sodali. Dopo oltre un mese di camera di consiglio, iniziata il 16 ottobre, il Tribunale di Vibo Valentia – presidente Brigida Cavasino, Claudia Caputo e Germana Radice a latere – è tornato in aula e si sta apprestando a leggere il dispositivo della sentenza che riguarda 338 imputati accusati, a vario titolo, di oltre 400 capi di imputazione, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato, traffico di droga.
Lo scorso 7 giugno l’accusa (rappresentata in aula dall’ex procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, oggi procuratore di Napoli, e dai pm Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo, Andrea Mancuso e Andrea Buzzelli) ha invocato 322 condanne – per un totale di 4.744 anni e 10 mesi di carcere – 13 assoluzioni e 3 nullità del decreto che dispone il giudizio.
L’operazione Rinascita Scott è scattata il 19 dicembre 2019 e ha portato all’arresto di 334 persone. Tra gli imputati spiccano i nomi dell’avvocato, ex parlamentare ed ex massone, Giancarlo Pittelli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio aggravato.
Nei suoi confronti sono stati chiesti 17 anni di reclusione.
Chiesti 8 anni di reclusione nei confronti del tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli. Imputati sono anche l’ex finanziere in servizio alla Dia di Catanzaro e poi alle dipendenze della Presidenza del Consiglio nella sede di Reggio Calabria, Michele Marinaro (chiesti 17 anni), l’avvocato di Vibo Valentia Francesco Stilo (15 anni), l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo (18 anni), l’ex assessore regionale Luigi Incarnato (un anno e sei mesi), l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino (20 anni).
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