Giudici appello: Montante dossier e ricatti – Rivelazioni sul coinvolgimento di Montante in un caso di dossier e ricatti

L’ex paladino dell’antimafia condannato per corruzione

L’ex paladino dell’antimafia, Antonello Montante, è stato condannato a 8 anni di carcere per corruzione. Montante, che era una delle persone più potenti in Italia grazie alle sue connessioni istituzionali, è stato accusato di raccogliere informazioni e utilizzarle a suo vantaggio. Secondo le indagini, Montante aveva a disposizione dossier pronti all’uso e poteva anche contare sui Servizi segreti. La sentenza è stata emessa il 8 luglio 2022 e prevede una riduzione di sei anni rispetto alla condanna di primo grado. Alcuni membri del suo “cerchio magico” sono stati condannati insieme a lui per corruzione, rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio e favoreggiamento.

Le motivazioni della sentenza

Le motivazioni della sentenza sono state depositate dopo 500 giorni dalla lettura del dispositivo. Secondo i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, Montante era diventato una figura strategica con un ruolo informale e di fatto che non poteva essere classificato nelle categorie ordinarie della politica, dell’economia e delle istituzioni. Le intercettazioni dimostrano che Montante aveva un’influenza significativa negli ambienti istituzionali ed economici della regione e del paese. Inoltre, aveva accesso non autorizzato a banche dati sensibili e utilizzava le informazioni raccolte per ottenere sostegno e favori. I giudici hanno anche evidenziato i suoi rapporti con la famiglia mafiosa Arnone di Serradifalco, il suo paese d’origine, sottolineando che Montante cercava di evitare che questi rapporti emergessero pubblicamente.

Il ruolo dei complici e dei Servizi segreti

I giudici hanno analizzato anche il ruolo dei complici di Montante. Uno di loro era Diego De Simone Perricone, un ex poliziotto che lavorava per una società di sicurezza su segnalazione di Montante. De Simone Perricone si serviva di Marco De Angelis, un poliziotto in servizio a Palermo, per accedere illegalmente alle banche dati. I dati ottenuti venivano poi utilizzati da Montante. Inoltre, i giudici hanno sottolineato il rapporto solido tra Montante e il generale Esposito, direttore dell’Aisi, i cui servizi fornivano informazioni sulle indagini a suo carico. Esposito è attualmente sotto processo per un altro caso davanti al Tribunale di Caltanissetta.

In conclusione, la condanna di Antonello Montante a 8 anni di carcere per corruzione conferma le accuse di raccogliere informazioni e utilizzarle a suo vantaggio. Le motivazioni della sentenza evidenziano il suo ruolo influente negli ambienti istituzionali ed economici, nonché i suoi rapporti con la famiglia mafiosa Arnone. I complici e i Servizi segreti hanno svolto un ruolo significativo nel supportare le attività illecite di Montante. La sentenza rappresenta un importante passo nella lotta alla corruzione e all’abuso di potere.