Giorgia Meloni critica i dazi Usa come una scelta errata, sottolineando l'importanza del mercato americano per l'economia italiana nel 2025
Il 3 aprile 2025, la premier italiana Giorgia Meloni ha condiviso le sue opinioni sui recenti dazi imposti dagli Stati Uniti, definendoli una “scelta sbagliata”. In un’intervista al Tg1, Meloni ha evidenziato che tali misure non apportano benefici né all’economia europea né a quella americana. Ha anche avvertito riguardo all’allarmismo crescente, sottolineando che, sebbene il mercato statunitense rappresenti solo il 10% delle esportazioni italiane, rimane un elemento fondamentale per il nostro paese.
Nonostante le sfide derivanti dai nuovi dazi, Meloni ha affermato con fermezza che l’Italia non ha intenzione di diminuire le sue esportazioni verso gli Stati Uniti. “Non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”, ha dichiarato, rimarcando l’importanza di mantenere forti legami commerciali con il mercato americano. La premier ha riconosciuto che, sebbene ci siano ostacoli da superare, non si tratta di una catastrofe come alcuni vogliono far credere. La sua posizione è volta a rassicurare le imprese italiane e a preservare un clima di fiducia nel settore delle esportazioni.
Meloni ha anche accennato alla necessità di affrontare le problematiche legate a queste nuove politiche commerciali. “Abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere”, ha affermato, senza fornire ulteriori dettagli. Questa dichiarazione suggerisce che il governo italiano sta già elaborando strategie per attenuare l’impatto dei dazi e garantire che le aziende italiane possano continuare a prosperare nel mercato americano.
In sintesi, sebbene i dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentino una sfida significativa, la premier Meloni appare determinata a mantenere aperti i canali commerciali e a rassicurare gli imprenditori italiani sulla resilienza del mercato americano. La situazione rimane in evoluzione e le prossime settimane saranno decisive per comprendere come l’Italia intenda rispondere a queste nuove dinamiche commerciali.