Il pm di Asti, Davide Greco, ha richiesto una pena di quattordici anni di carcere per Mario Roggero, il gioielliere a processo per gli omicidi di due rapinatori e il tentato omicidio di un terzo. La Procura non ha concesso la tesi del vizio parziale di mente sostenuta dalla difesa, sostenendo che la condotta di Roggero è stata guidata dalla vendetta e non da patologie mentali.
L’episodio della minaccia armata al fidanzato di una delle figlie
Il pm ha citato l’episodio del 2005 in cui Roggero minacciò armato il fidanzato di una delle sue figlie come prova della sua tendenza alla violenza e all’impulsività. Questo episodio dimostrerebbe la sua incapacità di controllarsi, non a livello psichiatrico ma caratteriale.
Attenuanti riconosciute all’imputato
Nonostante le attenuanti generiche, l’incensuratezza e l’attenuante della provocazione, il pm Greco ha sottolineato che Roggero ha violato il diritto alla vita per vendetta e ha cercato di reintrodurre la pena di morte nel sistema giudiziario. Secondo il pm, Roggero è ancora convinto di aver fatto la cosa giusta.
La condotta criminale di Roggero
Il pm ha affermato che la condotta di Roggero ha una logica criminale basata sulla vendetta. Nonostante la difesa abbia sostenuto la presenza di patologie mentali, il pm ha respinto questa tesi, sostenendo che Roggero è un giustiziere privato, impulsivo e irascibile.
Le richieste della Procura
La Procura ha richiesto una pena di quattordici anni di carcere per Roggero, tenendo conto delle attenuanti riconosciute e del parziale risarcimento di 300mila euro già versato. Tuttavia, il pm ha sottolineato che Roggero ha commesso un grave reato e ha violato il diritto alla vita.
Il verdetto finale
Il verdetto finale spetterà al giudice, che dovrà valutare le prove e le argomentazioni presentate dalla Procura e dalla difesa. La richiesta del pm di quattordici anni di carcere rappresenta la posizione dell’accusa, ma spetta al giudice decidere la pena finale per Roggero.